domenica 21 aprile 2024

Elezioni europee 2024, i simboli uno per uno



Tutti i simboli depositati per distinguere le liste alle elezioni europee dell'8 e del 9 giugno 2024, come da tradizione di questo blog, vengono proposti in ordine di deposito all'interno di questo post: facendo tesoro dei suggerimenti ricevuti, gli ultimi emblemi depositati si trovano nella parte alta del testo, mentre per trovare i primi occorre scorrere il testo fino al fondo.
Per ciascun contrassegno si fornisce una breve descrizione e un commento, secondo quanto appare opportuno per le singole immagini o per le rispettive forze politiche. In tutto sono stati depositati 42 contrassegni, 7 in meno di cinque anni fa. Sulla pagina Facebook del sito si possono trovare notizie e fotografie caricate in tempo reale, nonché alcune interviste.

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Contrassegni depositati lunedì 22 aprile 2024


42) Italia dei Diritti

Alle 16 i simboli di Italia Reale (anche se in quel momento è facile pensare ancora a Destre unite) e del Pd non sono ancora in bacheca, ma chi scrive ha la certezza che manchi ancora un emblema per finire la seconda fila della seconda bacheca e arrivare almeno a quota 42. Alle 15 e 58, infatti, all'Ufficio Passi era entrato Antonello De Pierro, che ininterrottamente dal 2014 tiene a essere l'ultimo depositante con il suo simbolo di Italia dei Diritti (era accompagnato anche da due futuri candidati sindaci per lo stesso movimento). Il simbolo è arrivato in bacheca solo alle 17 (mezz'ora dopo quello del Pd), ma lo scopo di portare la bilancia tricolore e la sagoma dell'Italia al Viminale per ultimo è stato raggiunto. Subito dopo la presentazione De Pierro si è recato all'Esquilino per una manifestazione da lui organizzata, per denunciare la vicenda che lo ha visto protagonista in passato, quando era ancora poliziotto; giornalisti e cineoperatori, intanto, iniziano a raccogliere le loro cose per lasciare il Viminale. Perché anche quest'anno il rito del deposito è finito: ora tocca alla Direzione centrale per i servizi elettorali valutare e ammettere, oppure invitare a sostituire o escludere.

41) Partito democratico

Poco dopo l'arrivo di Panero, Mallucci e Novellino, una delegazione del personale del ministero ha percorso il corridoio in senso inverso: era forse il segno che il momento atteso da molti era arrivato. Così è: pochi minuti dopo è apparso Gianni Pappalardo, coordinatore elettorale del Partito democratico; con lui, tra l'altro, anche il notaio di fiducia Francesco Gasbarri. Il nugolo di fotografi e cineoperatori ha seguito il gruppo dem e ha potuto scoprire che il simbolo non conteneva il nome della segretaria Schlein, ma solo il logo di Nicola Storto e, al di sotto, il riferimento al Partito socialista europeo; non la semplice sigla nel segmento rosso (com'era stato nel 2014), ma nel fumetto rosso (con anche la dicitura completa "Socialisti & Democratici", che rimanda al gruppo parlamentare). Alle europee, dunque, il Pd continua a non impiegare il nome di chi lo guida. Ironia della sorte, il simbolo ha trovato posto proprio sotto Forza Italia...


40) Italia Reale - Aemn

Sono ormai le 15 e 30 al Viminale quando nel solito corridoio arriva un piccolo gruppo di persone: il primo a riconoscersi è il piemontese Massimiliano Panero, che in passato ha sempre depositato il simbolo del suo partito Destre unite; con lui però c'è Angelo Novellino, già incontrato al deposito simboli nel 2018 quando concorse alla presentazione del Blocco nazionale della libertà. Al suo fianco c'è pure Massimo Mallucci, legale rappresentante del movimento Italia Reale. Ed è proprio del soggetto politico monarchico il simbolo depositato, con l'accoppiata di Stella e Corona su fondo blu e il nome in giallo sotto. In alto, però, c'è il riferimento all'Alleanza europea dei movimenti nazionali (Aemn), il partito politico europeo - di cui è segretario l'italiano Valerio Cignetti - con il quale Panero era riuscito nel 2019 a presentare le proprie liste con CasaPound Italia in tutte le circoscrizioni. Anche questa volta le liste verranno presentate, ma il destino con tutta probabilità sarà diverso.

39) Forza nuova

Mentre cresceva la tensione sulla questione del simbolo Pd, in attesa della diretta Instagram di Elly Schlein, non è sfuggito l'arrivo nei corridoi del Viminale di Roberto Fiore: è stato dunque subito chiaro che avrebbe presentato il simbolo di Forza nuova. Restava solo da capire come sarebbe stata la grafica, anche se era facile immaginare che avrebbe contenuto il riferimento al soggetto politico europeo Apf - Alleanza per la pace e la libertà (cui pure non è stato concesso l'inserimento nel registro dei partiti europei). Quel legame, infatti, nel 2019 consentì al partito di presentare liste in tutte le circoscrizioni, grazie alla via aperta dalla Cassazione nel 2014; come si è ripetuto più volte, però, quella via ora non è più praticabile. Fiore ha comunque depositato lo stesso contrassegno presentato per le elezioni politiche del 2022, con il nome nel semicerchio superiore su fondo nero e il logo di Apf in basso su fondo bianco. Proverà a presentare anche le liste?

38) Base popolare

Dopo il terzo Insieme liberi, sempre tra un tentativo e l'altro di sapere di più sul simbolo del Pd (anche solo sull'orario di arrivo, inizialmente ipotizzato per l'ora di pranzo, tempo ormai sforato, essendosi fatte le 14 e 30), gli addetti del Viminale hanno inserito in bacheca un simbolo tutto nuovo, mai impiegato in competizioni elettorali. Si tratta di Base Popolare, associazione politica costituita da circa un anno, promossa tra gli altri dagli ex parlamentari Lorenzo Dellai, Giuseppe De Mita, Mario Mauro e Gaetano Quagliariello, dall'ex presidente della regione Marche Gian Mario Spacca e che ha come rappresentante legale Francescomaria Tuccillo. Proprio Tuccillo e De Mita sono venuti al Viminale a depositare: "Lo abbiamo fatto innanzitutto per avere una prima tutela giuridica per il nostro che è un simbolo nuovo; continueremo a usarlo più avanti per iniziative, guardando oltre le elezioni europee". Non c'è un vero e proprio simbolo, ma la parola "Base" gialla in grande evidenza su un segmento trapezoidale blu, posata su una "base" gialla che contiene l'altra parola del nome, mentre il fondo del cerchio è azzurrino.

37) Insieme liberi

Mentre si attendeva di sapere qualcosa di più sulla scelta di inserire oppure no il nome della segretaria Elly Schlein nel contrassegno del Pd, nei corridoi è stato avvistato di nuovo uno dei reggenti di Italexit per l'Italia, Andrea Perillo, insieme a un'altra persona. Circa mezz'ora più tardi la curiosità si è mutata in sorpresa nel vedere comparire in bacheca un altro contrassegno di Insieme liberi, pressoché identico a quello inserito nel contrassegno di Libertà (salvo che per l'espressione "UscITA", mancante nel nuovo simbolo depositato). "Sono venuto apposta dal Friuli - Venezia Giulia per depositare la versione originale del simbolo" dichiara l'inizialmente ignoto presentatore. E a questo punto si comprende che si tratta di Antonino Iracà, ora tra i reggenti di ItalExit per l'Italia. "Il simbolo che ho depositato era stato presentato alle elezioni regionali del Friuli - Venezia Giulia del 2023, preuso che è stato fatto presente oggi - spiega -. Io sono il legale rappresentante di quel soggetto politico, come risulta dalla documentazione conservata presso l'Agenzia delle Entrate: in quella veste ho presentato varie diffide nei confronti di chi ha usato indebitamente quel simbolo, in più ora c'è anche una denuncia presso la polizia postale, perché c'è stato un tentativo di impossessarsi del sito ufficiale del partito di cui sono titolare tramite il mio tesoriere di fiducia". Toccherà a questo punto alla Direzione centrale per i servizi elettorali esprimersi, anche se le questioni legate alla titolarità civilistica ed elettorale sono sempre molto delicate quanto a risoluzione.

36) Democrazia cristiana

In sala stampa da alcune ore si rincorreva un dubbio pressante: "Ma possibile che a questo giro non si presenti nemmeno una Dc?". In tarda mattinata il timore di un totale pari a zero si dissolve con l'apparire nei corridoi del Viminale di Nino Luciani e Carlo Leonetti, che si dichiarano rispettivamente segretario politico e amministrativo della Democrazia cristiana, secondo il percorso stabilito dal tribunale di Roma alla fine del 2016 (dopo la nota sentenza di Cassazione a sezioni unite del 2010). Entrambi ricordano di avere ricostruito la continuità giuridica del partito e di aver recuperato il codice fiscale originario della Dc, che tornerebbe in bacheca "per la prima volta dal 1994". In effetti lo stesso Luciani aveva depositato il simbolo nel 2022 in vista delle elezioni politiche, anche se poi era stato ricusato. Non appariranno altre Democrazie cristiane questa volta al Viminale (per la prima volta dopo quasi 20 anni), quindi il nome non dovrebbe essere in discussione; c'è però sempre il simbolo dell'Udc, quindi ci si può attendere un invito a sostituire il contrassegno.

35) Forza Italia - Noi moderati

Era già stato mostrato in conferenza stampa nei giorni scorsi da Antonio Tajani e Maurizio Lupi, dunque non costituisce una novità, ma il simbolo dell'alleanza Forza Italia - Noi moderati era tra gli ultimi di rilievo a essere attesi al rito del deposito. Si è incaricato della presentazione Alessandro Battilocchio, che, a proposito dell'espressione "Berlusconi presidente", ha ricordato come vi sia stato un passaggio a luglio dello scorso anno, in consiglio nazionale, per "istituzionalizzare" la presenza del cognome di Berlusconi nel simbolo, 

34) Movimento Poeti d'azione

Altra presenza tradizionale dei depositi al Viminale è il Movimento Poeti d'Azione, depositato dal suo suo demiurgo sempre attivo e istrionico, Alessandro D'Agostini. Del tutto impossibile immaginate un deposito di liste in questo caso, ma il simbolo che abbina spada e penna a inchiostro, come si addice a un Cyrano contemporaneo, resta un segno di civiltà che fa piacere trovare ogni volta o quasi nelle bacheche viminalizie per parlare del mondo degli artisti e delle loro situazioni, tanto più che di strada dal 2006 (anno del primo deposito al Ministero dei Giovani poeti d'azione) ne è stata macinata davvero tanta.

33) USE - Stati uniti degli Stati aderenti all'Euro

Non si sapeva se sarebbe venuto al Viminale, ma a un certo punto si è materializzato Enrico Andreoni, l'uomo del salvadanaio di Recupero Maltolto, che ha depositato il suo emblema. Nell'anno dei due simboli Stati Uniti d'Europa, non poteva mancare il suo USE - Stati uniti degli Stati aderenti all'Euro: il simbolo è quasi identico a quello del 2022, salvo per la correzione di un errore presente nel contrassegno di allora (Socialstaat invece di Sozialstaat, ora giusto). Il rito del deposito per Andreoni è la sua espressione della democrazia, anche se non ci sarà il seguito del deposito delle liste per l'impossibilità di raccogliere le sottoscrizioni in queste condizioni.

32) Indipendenza!

Non c'è alcuna intenzione di partecipare alle elezioni, ma il vertice di Indipendenza!, il partito di cui è segretario Gianni Alemanno, ha scelto di depositare comunque il proprio simbolo. Presso il Viminale si sono presentati dunque il presidente Massimo Arlechino (già autore del simbolo di Alleanza nazionale) e Simone Di Stefano (tra l'altro co-realizzatore dell'emblema). Il simbolo è proprio quello diffuso nei mesi scorsi, con il nome maiuscolo scandito in sillabe (come fosse un urlo collettivo), scritto in bianco su fondo blu scuro, con una fascia tricolore ripiegata.

31) Pace Terra Dignità

Oltre a Democrazia sovrana popolare, tra le liste non esonerate dalla raccolta firme si attendeva soprattutto l'arrivo di Pace Terra Dignità: poco dopo le 9 e 30 si è presentata Maria Linda Santilli, delegata al deposito da Michele Santoro. Il simbolo è lo stesso diffuso all'inizio, nonostante il rischio di una diffida dei Verdi dell'Alto Adige (che però per contestare il contrassegno dovrebbero presentarsi a loro volta). La depositante dice di non temere iniziative contro il simbolo e, a chi chiede come proceda la raccolta firme, risponde: "Molto bene, grazie allo sforzo di rifondazione comunista e all'apporto di tante associazioni pacifiste: è stata inaspettata e molto positiva la partecipazione di gran parte del mondo cattolico, delle associazioni, del volontariato e delle realtà ambientaliste".

30) Esseritari

Il primo simbolo in arrivo della seconda giornata, già poco dopo le 8, come nel 2022, è Esseritari, depositato come già nel 2019 e nel 2022 dal demiurgo del progetto politico, Luciano Chiappa. Lasciato da parte il concetto di libegualità (dopo la bocciatura del simbolo dei Libeguali nel 2018 per il rischio di confondibilità con Liberi e Uguali), Chiappa ha concentrato la sua riflessione sull'idea antecedente di esseritarietà, come risultato di un "processo reale d'inedita aggregazione, fondato sulle strutture paritarie della cooperazione umana e della promozione sociale", che possa generare "la libera individualità e l'eguale socialità". Il simbolo è il solito, con un sole stilizzato al centro, attraversato dalle diagonali diametrali di un ottagono dai colori dell'iride e circondato da una corona rossa, che si interrompe solo nel punto in cui si legge il nome del soggetto politico. Il simbolo di Esseritari chiude la prima bacheca.


Contrassegni depositati domenica 21 aprile 2024


29) Lega Salvini premier

Poco dopo le 17 e 15, mentre Giuseppe Conte stava terminando le procedure di affissione del simbolo, è arrivato Roberto Calderoli, che dai primi anni '90 cura le procedure di deposito prima per la Lega Nord e, dal 2018, per la Lega Salvini premier. Come era già stato diffuso con una nota, il contrassegno è lo stesso degli ultimi tre depositi nazionali (2018.2019, 2022), con l'espressione "Salvini premier" )e il cognome in evidenza in giallo) sotto la statua di Alberto da Giussano. Pure questa volta non c'è alcun riferimento al partito europeo Identità e democrazia di cui la Lega fa parte: "Prima si deposita il simbolo, poi ci si occupa delle liste, poi si prendono i voti e alla fine ci si occupa della collocazione europea". E a chi gli chiede se non sia giusto dichiarare già nel simbolo dove ci si collocherà in ambito europeo, risponde ridendo: "Poi magari è la volta che non prendi neanche un voto e finisce male!". In ogni caso, a finire è la prima giornata di deposito, perché dopo la Lega non arrivano altri simboli.


28) MoVimento 5 Stelle

Mostrato un paio d'ore prima in conferenza stampa, il contrassegno del MoVimento 5 Stelle è stato depositato - e, per la seconda volta consecutiva - affisso direttamente da Giuseppe Conte in bacheca. La grafica illustrativa del nome è stata spostata in alto, il segmento rosso con l'anno 2050 è diventato una fascetta per lasciare posto in basso a "#pace" (primo hashtag nella storia delle elezioni nazionali). "Nel simbolo la parola Pace ha un significato forte - ha detto Conte all'esterno del Viminale - che ispira la nostra azione politica". Certo che l'uso del blu per l'hashtag sembra poco coerente con l'impianto cromatico esistente...

27) Partito animalista - ItalExit per l'Italia

Fin dal mattino di domenica si parlava del possibile deposito del contrassegno da parte di ItalExit per l'Italia, essenzialmente per contestare la presenza del Movimento per l'Italexit nel contrassegno di Libertà. Così è, ma il contrassegno è composito: Partito animalista - ItalExit per l'Italia. Gli animalisti di Cristiano Ceriello occupano la parte superiore del simbolo (a fondo rosso mattone, con le impronte animali inserite in due cerchietti bianchi), contenendo anche le miniature della coalizione animalista europea Animal Politics EU (che non è un partito europeo), della tedesca Partei Mensch Umwelt Tierschutz (ma con il simbolo più vecchio, tenuto per non distanziarsi dal contrassegno depositato nel 2019) e l'olandese Partij voor de Dieren; nella parte inferiore c'è il simbolo ufficiale di ItalExit. L'idea di Ceriello è di presentare comunque le liste a dispetto della nuova norma tagliaesenzioni, confidando nella possibilità che gli uffici elettorali circoscrizionali ritengano non applicabile la nuova norma, approvata troppo a ridosso delle elezioni (e, in caso di ricusazione delle liste, sono già pronti i ricorsi); di sicuro Andrea Perillo, membro del consiglio di reggenza di ItalExit per l'Italia, ha già depositato una memoria per contestare il Movimento per l'Italexit della lista promossa da Cateno De Luca. 

26) Alleanza Verdi e Sinistra

Come si era previsto qualche giorno fa, è identico a quello presentato alle elezioni politiche del 2022 il contrassegno presentato da Alleanza Verdi e Sinistra, depositato - come un anno e mezzo fa - da Riccardo Mastrolillo. Uguale il nome, uguale la colomba arcobaleno della pace e il riferimento alle Reti civiche, uguali gli spazi occupati da Europa Verde (con il riferimento al Partito verde europeo) e a Sinistra Italiana (che non ha riferimenti europei, pur essendo osservatrice del Partito della sinistra europea). Pure questa volta non c'è Possibile, che nel 2022 aveva presentato la dichiarazione di trasparenza: circa le polemiche di questi giorni sulla mancata partecipazione del partito di Beatrice Brignone alla lista legata al mancato inserimento nel contrassegno, si riesce solo a sapere dal depositante che "queste questioni politiche vanno discusse e concordate per tempo".

25) Nuova Italia

L'ultima fila della prima bacheca viene occupata da un altro classico dei simboli al Viminale, Nuova Italia, legato alla forza politica guidata da Giuseppe Giovanni Grippo. Dal 2004 il simbolo compare a intervalli regolari nelle bacheche del Ministero, con la cintura di stelle (addirittura 20) che racchiude il tricolore, cui si sovrappone un triangolo bianco con una spiga verde e la "E" tridimensionale. Non ci sarà alcuna raccolta firme, dunque il simbolo non finirà sulla scheda, ma l'immagine di una spiga di fronte al tricolore circondata di stelle ha qualcosa di poetico e incontrarla alla vigilia di un appuntamento elettorale potrebbe essere di buon auspicio.

24) Fratelli d'Italia

Una delle attese maggiori riguardava certamente Fratelli d'Italia: al di là delle liste, era interessante notare eventuali evoluzioni del simbolo. Depositato come nel 2022 dal deputato Angelo Rossi, responsabile elettorale del partito, il contrassegno abbandona la struttura con tre cerchi tangenti, "spacchettando" il contenuto del simbolo ufficiale del partito (com'era già avvenuto in alcune elezioni locali): il nome va in alto, la fiamma - leggermente ingrandita e comunque conservata in un cerchio virtuale - resta in basso e nel mezzo c'è il nome di Giorgia Meloni, a sua volta ingrandito. Se la sistemazione generale del contrassegno appare migliore, colpisce la mancanza di ogni riferimento alla collocazione europea del partito (nel 2019 era comunque presente il termine "Conservatori", che rimandava sia Raffaele Fitto sia all'Ecr).

23) Democrazia sovrana popolare

Tra le liste non esenti dalla raccolta firme più attese c'era sicuramente Democrazia sovrana popolare e a ora di pranzo in effetti si sono presentati Antonello Cresti, legale rappresentante, e Matteo Di Cocco, delegato al deposito del contrassegno. La grafica però si è complicata rispetto al simbolo schierato finora: sotto le tracce di gesso tricolori (di origine similprogressista, e vabbè...) è stato aggiunto "Uniti" (per sottolineare la compresenza di più sensibilità nelle liste), mentre al di sotto sono stati aggiunti i cognomi dei due leader, Marco Rizzo e Francesco Toscano, intervallati da una "e" scritta in carattere manoscritto rosso. Con queste aggiunte, però, il contrassegno risulta decisamente più "pieno" e disordinato.

22) Pensioni & Lavoro - Risveglio europeo

Dal 2014 è diventata una costanza la presenza al Viminale dell'unica vera bicicletta elettorale, quella presentata da Pensioni & Lavoro, partito creato quasi trent'anni fa da Ugo Sarao. E questa volta è venuto proprio il Gran Cancelliere a depositare il suo fregio, cosa che non accadeva da anni. Se nella prima ruota della bicicletta c'è Pensioni & Lavoro, nel secondo non compare un emblema volto a tentare l'esenzione (come in passato Aisa e Labour), ma un altro emblema della galassia di Sarao, Risveglio pubblico, ribattezzato per l'occasione Risveglio europeo (ma l'omino che si stiracchia è sempre lo stesso). "L'idea me l'ha data Mario Draghi con il suo discorso: dobbiamo svegliarci!". E, come recita il cartello della bici, "si riparte" (ma con la mappa di fondo decisamente invecchiata, mancando il Montenegro e, volendo, il Kosovo).   

21) Italia moderata

Ricompare, dopo le politiche del 2022, il contrassegno di Italia Moderata, spesso visto in bacheca. Lo ha depositato, come da consuetudine, il suo fondatore, Antonio Sabella. "Il mio arcobaleno è arrivato prima dei Verdi, dell'Unione e di chi lo usa adesso" ricordò due anni fa, sottolineando il suo valore come segno di un'alleanza con l'Alto (richiamato dal fondo azzurro cielo, su cui compare il tricolore) e del bisogno di raccogliere "tutte le forze moderate del Paese per il bene comune". Difficile che la lista finisca sulle schede, vista la difficoltà di raccogliere le firme per le elezioni europee, ma la presenza del simbolo è una costante. 

20) Stati Uniti d'Europa

Dopo i "doppi Pirati", ecco il secondo contrassegno legato alla denominazione Stati Uniti d'Europa. Si tratta del deposito - già annunciato - del simbolo già presentato nel 2019 dalla Lista Marco Pannella (in vista di una partecipazione elettorale alle europee con il Psi poi non concretizzatasi) e per l'occasione solo lievemente modificato (ingrandendo e colorando diversamente la rosa nel pugno e spaziando la denominazione). Il contrassegno - depositato da Diego Sabatinelli per conto di Maurizio Turco - è ovviamente diverso da quello della lista Stati Uniti d'Europa, ma la denominazione è identica: toccherà alla Direzione centrale per i servizi elettorali decidere se i due emblemi potranno convivere o se uno dei due dovrà essere modificato e, nel caso, quale sarà invitato al ritocco (dando prevalenza al primo deposito di questo turno o al deposito di due anni fa).

19) Partito pirata italiano

Pochi minuti dopo i Pirati... è di nuovo tempo di arrembaggio, visto che a essere affisso in bacheca - depositato da Maria Rosaria Lo Muzio e Aldo Antonio Pazzaglia, tesoriere - è il simbolo del Partito pirata italiano, cioè proprio il soggetto politico che cinque anni fa era riuscito a presentare liste senza firme grazie al collegamento con i Pirati europei. Il simbolo è uguale a quello di allora (senza pulci di altre formazioni politiche: "Del resto, dopo il noto emendamento, non sarebbe più servita" puntualizza Lo Muzio), tranne che per il colore di fondo del cerchio, passato dall'arancione al verde fluo: il cambiamento era avvenuto subito dopo le europee del 2019, visto che altri partiti pirata avevano adottato quella tinta.


18) Unione di centro

Benché sia stata annunciata la sua partecipazione alle liste della Lega Salvini premier, l'Unione di centro ha scelto di depositare comunque il proprio contrassegno, verosimilmente per tutelarsi da eventuali altri scudi crociati che di norma finiscono nelle bacheche del Viminale. Il simbolo - depositato da Gianni Fabiano per conto di Lorenzo Cesa - è quello ufficiale consueto, che sopra allo scudo crociato su fondo azzurro (con le vele di Ccd e De in filigrana) pone il segmento rosso con la parola "Italia". La mancata presenza di riferimenti all'Udc nel contrassegno delle liste della Lega? Il patto federativo tra le due forze politiche, a quanto pare, non lo prevede.

17) Partito cristiano sociale

Porta il suo simbolo al Viminale anche il Partito cristiano sociale, attraverso il suo segretario Pietro Del Re e Roberto Cescutti. Si tratta di una formazione politica costituita nel 2018, che per queste elezioni europee auspica, tra l'altro, la nascita di una Costituzione Europea, la sovranità monetaria di ogni Stato europeo pur mantenendo l'euro (rinegoziando il rapporto tra valute nazionali ed europea), un regime fiscale e sindacale di base uguale in tutt'Europa e una politica europea unica di reddito di inclusione e di equità nelle retribuzioni. Il simbolo contiene, nella parte inferiore, varie raffigurazioni di mani che formano un cuore, all'interno del quale è raccolta, quasi protetta (dalle mani delle persone), un'immagine (un po' tagliuzzata) della Costituzione della Repubblica italiana; da quel cuore "nascono" tre rose, tinte del tricolore (nello statuto si indica che il verde rappresenta la solidarietà e il rispetto della natura, il bianco la purezza e la voglia di cambiamento e la libertà, il rosso la passione e la tenacia).

16) Pirati

E poi arriva il momento dello stupore: impossibile non reagire così di fronte a un simbolo che ha qualcosa di già visto e molto di nuovo. Il nome Pirati è già stato visto al Viminale, anche alle europee del 2019: anzi, nel simbolo c'è proprio il logo del Partito pirata europeo che cinque anni fa aveva consentito al Partito pirata italiano di avere l'esonero dalla raccolta firme. Questa volta però i Pirati europei hanno delegato un altro soggetto appartenente alla "galassia pirata": "Il Partito pirata italiano - spiegano il legale rappresentante di Pirati Marco Confalonieri e Francesco Macchia, che hanno curato il deposito - ha incontrato una fase di partecipazione rarefatta; ci siamo via via accorti di varie trasformazioni, a partire dal venir meno dell'interesse a partecipare alle attività europee o a occuparsi di temi per noi  importanti come il peer-to-peer, il diritto alla privacy e il dibattito sul chat control. Il Partito pirata europeo in Europa porta avanti queste battaglie e noi abbiamo costituito quest'associazione per farlo anche noi". Il simbolo dell'associazione Pirati non può passare inosservato: sul fondo nero, la "P" di "Pirati" è resa con una tibia e un teschio con tanto di bandana ("Richiama la Federazione dei Giovani Pirata"). Dopo la stretta alle esenzioni, è assai probabile che il collegamento con il Partito pirata europeo non consenta alcun esonero: i Pirati presenteranno comunque le liste e, in caso di prevedibile bocciatura, si terranno aperta la possibilità di presentare ricorsi.



15) Referendum e democrazia con Cappato

Si presenta come un ritorno, anche se solo "di testimonianza", anche quello della lista Referendum e democrazia con Cappato. Il deposito, compiuto materialmente da Marco Perduca per conto di Marco Cappato (il simbolo è identico a quello del 2022), è stato fatto con la mente allo stato (poco) democratico delle procedure elettorali. "Anche queste elezioni - si legge nel comunicato diffuso - non saranno democratiche, in quanto si potranno presentare solo movimenti già presenti in Parlamento. Agli altri viene chiesta una raccolta firme cartacee di fatto impossibile, non verranno nuovamente accolte le firme digitali. Il nostro è il simbolo di una lotta a favore della partecipazione civica, in particolare dell'uso della firma digitale per la presentazione delle liste elettorali, come già abbiamo ottenuto parzialmente per la sottoscrizione dei Referendum. Nell'agosto del 2022, in meno di una settimana, raccogliemmo oltre 30.000 firme per presentare la "Lista Referendum e Democrazia" alle elezioni politiche in tutta Italia raggiungendo l'obiettivo di una decina di circoscrizioni compresa quella europea. A quella iniziativa, interamente autofinanziata da chi partecipò o firmò, sono seguiti altrettanti ricorsi tra cui uno fatto in occasione delle regionali del Lazio dell'anno scorso che ha visto il tribunale di Civitavecchia sollevare un incidente di costituzionalità a seguito di quanto denunciato da Carlo Gentili. In attesa della data dell'udienza davanti alla Consulta rilanciamo il nostro appello per l'istituzione di una piattaforma pubblica gratuita per firmare online referendum e proposte di legge popolari. Chiediamo a tutte le forze politiche che in queste ore presentano i loro simboli di modificare le leggi elettorali a tutti i livelli, affinché la firma digitale possa essere utilizzata anche per presentare liste alle elezioni".

14) Unione cattolica italiana

Torna nelle bacheche del Viminale, e ci torna da sola, l'Unione cattolica italiana: il suo presidente, Angelo Presutti, dopo l'alleanza con i Gilet arancioni di Antonio Pappalardo nel 2022 (che avrebbe voluto correre alle elezioni politiche senza depositare le firme grazie a Presutti, senza che però questi dimostrasse di essere titolare di qualche esenzione), torna al Viminale per depositare il simbolo del suo movimento, identico nella struttura (croce di Sant'Andrea bianca su scudo blu, con tricolore sventolante in basso e senza più alcuna traccia di croci latine e di chiavi di San Pietro, tolte da tempo), ma con le parti letterali scritte con un carattere bastoni, non più graziato. Nella bacheca è indicata solo la circoscrizione Centro, anche se è del tutto improbabile che venga presentata la lista.

13) Orgueil Valdôtain

La terza fila della prima bacheca è aperta da un altro simbolo esordiente assoluto, quello di Orgueil Valdôtain, presentato da Laurent Vierin, presidente della regione Valle d'Aosta. "L'espressione contenuta al centro, 'Federalismo & autonomie', - spiega - richiama gli scritti di Emile Chanoux, martire della Resistenza valdostana. Richiamiamo la sua figura per mettere al centro i temi dell'Europa dei popoli, rispettosa delle differenze culturali, linguistiche e territoriali, con particolare riferimento alle esigenze della montagna. Non a caso, il simbolo, oltre a sette stelle che vogliono richiamare l'Europa, contiene il profilo montuoso con cime innevate e un'aquila, per ricordare i nostri territori; il rosso e il nero sono i colori valdostani; sotto non manca un riferimento in francese all'Europa dei popoli e all'autodeterminazione". Non esclude la presentazione di una lista nella circoscrizione Nord-Ovest (ritenendo che le firme non siano necessarie) e lavora per l'apparentamento con una lista.

12) Partito Socialisti per il Lavoro

Prima partecipazione al rito del deposito dei contrassegni elettorali per il Partito Socialisti per il Lavoro, attraverso il segretario Nino Pace. Il sito contiene la descrizione del simbolo, identico da dodici anni: “Un cerchio con bordo rosso-bianco, corona circolare verde sulla quale nella parte superiore è la scritta di colore bianco SOCIALISTI e nella parte inferiore la scritta di colore bianco PER IL LAVORO, al centro del cerchio su sfondo bianco è raffigurato un garofano con la corolla rossa, il gambo verde con DUE foglie di differente grandezza sul lato destro e UNA foglia sul lato sinistro. Sotto la foglia del gambo sul lato in basso a sinistra una stella di colore rosso con riferimento dimensionale all’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci in quanto centralità dell’uomo nell’Universo". Il garofano ha come base il fiore disegnato da Ettore Vitale per il congresso socialista di Torino del 1978 (mentre la corona verde con contorno rosso rimanda al Nuovo Psi), ma è stata aggiunta una fogliolina e l'immagine è comunque stata elaborata; accanto al fiore appare persino il logo del marchio registrato (cosa che non risulta essere). Pace sottolinea il legame con "la grande famiglia del Pse", ma non risultano indicate le circoscrizioni per il deposito, quindi il simbolo sarà considerato "senza effetti" (cioè non consentirà la presentazione di liste). 

11) Alternativa popolare

Era stato ampiamente annunciato il deposito del simbolo di Alternativa popolare, abbinato all'intenzione di presentare liste cercando di avvalersi dell'esenzione dalla raccolta firme che originariamente era prevista per i partiti nazionali membri di partiti europei rappresentati a Strasburgo (e in virtù della quale nel 2019 era stato concesso il simbolo al Popolo della Famiglia). Oggi Raffaella Delsanto ha depositato a nome del presidente Paolo Alli l'emblema, che non contiene più il riferimento al coordinatore del partito Stefano Bandecchi, ma cita due volte l'adesione al Partito popolare europeo (con il nome intero inserito nel cuore del simbolo ufficiale e con il logo del Ppe in basso); probabilmente cercherà comunque di presentare le liste, anche se saranno escluse in virtù del taglio di esenzioni recentemente operato con la conversione del "decreto elezioni 2024" (e non è affatto escluso che il partito impugni le esclusioni davanti all'Ufficio elettorale nazionale per il Parlamento europeo).

10) Südtiroler Volkspartei

Dopo un simbolo storico rivisitato, appare il simbolo storico di un partito davvero storico: la stella alpina su fondo nero della Südtiroler Volkspartei, forza politica che si presenta ininterrottamente nelle elezioni di livello nazionale dal sorgere della Repubblica e che puntualmente riesce ad eleggere rappresentanti. Questa volta il contrassegno non ospita il Partito autonomista trentino tirolese; come sempre la edelweiss distinguerà una lista espressione di minoranza linguistica nella sola circoscrizione Nord-Est, apparentata a Forza Italia (presente in tutti i seggi) per partecipare alla distribuzione dei seggi.

9) Partito comunista italiano

Non presenterà quasi certamente liste, ma intanto torna in bacheca il contrassegno del Partito comunista italiano, presentato da Walter Tucci per conto del segretario Mauro Alboresi. Il simbolo è quello già visto in passato (in particolare alle scorse europee), molto simile a quello storico del Pci: la bandiera rossa con falce, martello e stella con sotto il tricolore è la stessa; sono invece diverse le aste (di colore blu scuro) e la sigla del partito, in carattere diverso (bastoni e moderno) e senza punti a separare le lettere. Fino a questo momento, quello del Pci è il simbolo con la storia più lunga, a dispetto dei ritocchi grafici (anche se ovviamente non si tratta del Pci storico, ma dell'evoluzione del Partito dei comunisti italiani). Incredibile a dirsi, si tratterà anche dell'unica falce e martello presentata in questa tornata.

8) Parlamentare indipendente

Torna nelle bacheche del Viminale l'ultimo simbolo - o almeno uno degli ultimi simboli - nato in modo del tutto artigianale. Si tratta del contrassegno denominato Parlamentare indipendente, di diretta espressione e creazione di Lamberto Roberti. Mai cambiato nel corso del tempo, contiene sempre il girotondo di colori sfumati nella corona esterna, il "cuore" europeo al centro e la denominazione nella corona centrale. Si può essere quasi certi che alla presentazione del contrassegno più variopinto della tornata seguirà, come in passato, il tentativo di Roberti di presentare candidature individuali nelle varie circoscrizioni, cosa che la legge non prevede e che è stata sempre esclusa dagli uffici elettorali: seguiranno evidentemente ricorsi di Roberti, che da anni denuncia storture in materia elettorale.

7) Insieme liberi - Uniti nella Costituzione

Il contrassegno nella posizione numero 7 rappresenta, per il momento, il primo caso di potenziale contenzioso sui contrassegni di questa tornata. Il deposito, infatti, riguarda Insieme liberi - Uniti nella Costituzione, presentato al Viminale da Paola Pescarolo, legale rappresentante e cofondatrice. Il deposito, a quanto si apprende, ha a che vedere con il percorso non del tutto pacifico del progetto Insieme liberi, che ha visto espulsioni, fronde (che hanno portato tra l'altro all'estromissione di Antonino Iracà, già presidente e che si qualificava come detentore del simbolo originale, che si presentò in Friuli - Venezia Giulia) e ripartenze, fino alla scelta di una parte del gruppo di Insieme liberi (con il simbolo originale) di partecipare alla lista di De Luca, mentre il gruppo di Pescarolo e Zanleone ha scelto di rifondare il soggetto politico con un simbolo diverso (nome azzurrino su fondo blu, con un nastro tricolore tra le due parti del titolo). "Questo - dichiara Pescarolo - è il simbolo di un partito a tutti gli effetti, che vuole mantenere lo spirito e i valori originari di Insieme liberi, che non erano certo quelli di andare in Europa per provare a sedersi su una poltrona. ". Non pensano di opporsi all'accoglimento di Libertà, ma non accetteranno eventuali inviti a sostituire il proprio contrassegno, che vogliono poter utilizzare in seguito (non questa volta, perché né per questo simbolo né per il precedente sono indicate le circoscrizioni per il deposito delle liste).   

6) Contro sistema

Il sesto posto, che chiude la prima fila della prima bacheca, tocca a un simbolo nuovo, di un soggetto politico di recentissima creazione, Contro sistema. "Queste due parole - spiega il legale rappresentante Marco Zanleone - dicono tutto quello che dovrebbe essere l'azione di un partito antisistema: combattere non il sistema in sé, ma le ingiustizie che ci sono sempre al suo interno". Il concetto è rappresentato dalla doppia freccia "ripiegata" e in verso opposto, all'interno della quale è contenuto il nome. Non c'è l'idea di partecipare alle elezioni (quindi nemmeno di raccogliere le firme), ma di preparare l'azione politica futura.

5) Rassemblement Valdôtain

Sempre ieri sono arrivati i rappresentanti di Rassemblement Valdôtain, Stefano Aggravi e Davide Bionaz, per depositare il loro simbolo contenente, su fondo rosso, un leone rampante bianco stilizzato, con coda biforcuta. Si tratta, come annunciato, della lista legata alla minoranza di lingua francese che è collegata alla lista Libertà. Resta la questione, tutt'altro che irrilevante, legata alla raccolta firme: la legge n. 18/1979 non prevede un'esenzione specifica per le liste di minoranza linguistica, ma interlocuzioni della lista con la Camera avrebbero fatto emergere un "silenzio" normativo in materia. In più i proponenti ricordano che nel 2004 la lista Federalismo in Europa (con lo scudo dell'Union Valdôtaine nel simbolo ma senza collegamenti espressi con quella lista) non aveva raccolto firme e partecipò. Come finirà?

4) Azione - Siamo Europei

Nel pomeriggio di ieri era arrivata anche la delegazione per la lista di Azione - Siamo europei, il cui simbolo è composito come i tre che l'hanno preceduto. L'emblema è lo stesso reso noto nei giorni precedenti, con lo spazio centrale di maggiore rilievo destinato al partito di Carlo Calenda (titolare dell'esenzione dalla raccolta firme), la parte superiore che recupera il brand Siamo Europei accostato al simbolo del Pd nelle precedenti elezioni europee, mentre in basso si vedono - si fa per dire, vista la loro microdimensione - le miniature delle otto forze politiche che hanno aderito al progetto di lista: Nos, Per - Popolari Europeisti Riformatori, Partito repubblicano italiano, Movimento Repubblicani europei, Socialista liberale, Democrazia liberale, Piattaforma civica popolare riformatrice, Team K. Il deposito è stato curato da Carmelo Palma e Andrea Mazziotti.

3) Sacro Romano Impero Cattolico

Formalmente sarebbe arrivata per seconda (all'alba di ieri mattina), ma Mirella Cece è legatissima alla posizione numero 3 e ha fatto passare avanti la delegazione di Stati Uniti d'Europa. Il simbolo del Sacro Romano Impero Cattolico - rappresentazione della pace ed emblema della monarchia costituzionale, istituzionale e ministeriale cui la Fondatrice aspira - è lo stesso presentato nel 2022, a fondo bianco e non più giallo oro, con la croce-bilancia della Giustizia sormontata da un manto coronato e, al di sotto, le cinque rappresentazioni di Cece per indicare altrettanti soggetti da lei fondati: Movimento Liberal-Cristiano "Giustizia e Libertà", Sacro Romano Impero Cattolico, Teologi e Giuristi del Sacro Romano Impero Cattolico, Advocatorum Postulatores et Peritorum e Atuttocampo nel tempo e nello spazio.

2) Stati Uniti d'Europa

Il secondo posto in bacheca spetta al contrassegno composito della lista Stati Uniti d'Europa, presentata solo ieri mattina alla Lanterna a Roma; la delegazione era arrivata in piazza del Viminale proprio ieri mattina. Il deposito è stato curato da Nicolò Scibelli (che già in passato aveva presentato il contrassegno per conto di +Europa). L'emblema è ovviamente quello svelato ieri mattina, con la grafica - curata da Stefano Gianfreda - del nome della lista inserito nel fumetto (e colorato con la stessa texture di +Europa, ma solo a toni di azzurro e blu) sopra la bandiera europea sventolante su fondo giallo, mentre nella parte inferiore trovano posto le sei miniature dei partiti partecipanti alla lista di scopo (+Europa e Italia viva, apportatori dell'esenzione, nonché il Partito socialista italiano, Radicali italiani, Libdem europei e L'Italia c'è), con a fianco il riferimento concesso dal gruppo al Parlamento europeo Renew Europe (nonostante l'adesione del Psi al Partito socialista europeo).

1) Libertà

I primi rappresentanti erano già arrivati venerdì mattina e hanno presidiato il Viminale, dandosi il cambio fino all'ingresso alle 8 di questa mattina: Libertà, lista di cui è propulsore Sud chiama Nord di Cateno De Luca (inizialmente il nome era stato erroneamente indicato come Sud chiama Nord per le autonomie), apre le danze del deposito con il suo simbolo da record, per le forze politiche contenute (appunto Sud chiama Nord, detentore dell'esenzione dalla raccolta firme, nella doppia versione "per le autonomie" e "De Luca sindaco d'Italia", il predecessore Sicilia Vera, i Civici in MoVimento con Pirozzi, Confederazione Grande Nord, Popolo Veneto, Noi agricoltori e pescatori, Noi ambulanti uniti, Partito pensionati + salute, Sovranità [Marco Mori], il Vero Nord [l'ultima associazione costituita], il Popolo della Famiglia, Vita, Fronte Verde, Insieme liberi - Uscita, Partito moderato d'Italia, Movimento per l'Italexit e i 2 emblemi individuali di Capitano Ultimo ed Enrico Rizzi) e per la descrizione del contrassegno, la più lunga mai vista. 

sabato 20 aprile 2024

Stati Uniti d'Europa, simbolo definitivo "a sei", con Renew Europe

Il tempo di togliere il velo, dopo anticipazioni e smentite, è arrivato: questa mattina alle 11 alla Lanterna di via Tomacelli a Roma è stato presentato il simbolo di Stati Uniti d'Europa, "lista di scopo" che unisce +Europa, Italia viva, Partito socialista italiano, Radicali italiani, Libdem europei e L'Italia c'è; non c'è invece Volt (inizialmente indicata come possibile parte della lista), che ha deciso simbolicamente di partecipare a un'iniziativa simbolica ma di pregio, come la presentazione di una "lista europea transnazionale [...] con candidati scelti dai diversi capitoli nazionali".  
Risulta nella sostanza confermata la struttura originaria del simbolo - stando all'immagine che era stata divulgata il 27 marzo - con la bandiera europea sventolante su fondo giallo (il giallo di +Europa e storicamente legato all'area liberale), con il nome della lista in primo piano, contenuto in un fumetto, scritto con il font di +E riempito con una texture simile a quella di +E concepita da Stefano Gianfreda (ma, rispetto alla prima versione, ci sono solo toni di azzurro e blu); nel segmento bianco biconvesso inferiore, oltre alle miniature dei simboli delle sei forze politiche partecipanti, è stato inserito anche il riferimento al gruppo parlamentare europeo Renew Europe, che dunque ha concesso l'uso del proprio nome, nonostante della lista faccia parte anche il Psi (nel 2019, per esempio, non si trovò traccia del simbolo dell'Alde Party nella lista comune +Europa - Italia in Comune, proprio perché quest'ultima non era parte di Alde; c'era invece il simbolo del Pde Italia). Si tratta di un simbolo quasi identico a quello che era circolato ieri come indiscrezione, salvo che per il riferimento a Renew Europe, in quel caso assente.
"Finora sono stati gli altri a parlare - male - della nostra lista; forse oggi cominciamo a parlarne noi" ha detto nel suo intervento iniziale Emma Bonino: "Gli Stati Uniti d'Europa sembravano una geniale fuga in avanti, di Einaudi, Spinelli e a un certo punto anche di Pannella, vere persone che guardano al di là del Raccordo Anulare. Oggi gli Stati Uniti d'Europa sono una necessità: come disse Konrad Adenauer, gli Stati Uniti d'Europa sono stati un sogno per pochi, sono una realtà per molti, diventeranno una necessità per tutti e credo che siamo arrivati proprio in questa fase. Per noi federalisti le cose erano chiare da tempo, ma oggi è sempre più evidente che il mondo è rapidamente cambiato e l'Unione Europea deve cambiare altrettanto rapidamente se non vuole condannarsi all'irrilevanza politica, globale ma anche sul piano interno. Io credo che per garantire ai cittadini europei e italiani prospettive di libertà e democrazia, un'Europa che abbia una voce sola sulla politica estera e di difesa e sappia competere sulla ricerca, l'industria, eccetera sia una necessità. Un 'vasto programma', direbbe De Gaulle". 
Bonino ha continuato: "Mi è stato detto: 'Volete fare gli Stati Uniti d'Europa mentre la destra sovranista si avvicina alle elezioni europee con il passo del conquistatore?' Sì, è così. Non ci siamo montati la testa: sappiamo di poter essere anche solo un mattoncino di una grande costruzione. Ho pensato di lanciare con +Europa questo slogan che è un programma: a chi ci dice che non ne abbiamo uno, rispondo che declinando 'Stati Uniti d'Europa' esce un superprogramma. La lista Stati Uniti d'Europa, però, non è la lista Bonino-Renzi e altri: per me è la logica conseguenza di una vita politica passata a cercare di difendere i diritti civili e umani in Italia e nel mondo, nel nome dell'Europa e del diritto dei diritti. Ho fatto una proposta politica per le europee: sono grata a chi l'ha sposata con entusiasmo, a partire da Italia viva e dai socialisti. Confesso un dispiacere tra gli altri: pensavo che Carlo Calenda superasse le polemiche italiane da lui procurate - perché o lui è l'artefice di qualcosa o non è... - e invece ha scelto la divisione anziché l'unione delle forze; mi ha attaccato con le fake news e va bene, cioè non me ne frega niente. Noi dobbiamo essere all'altezza del nostro progetto elettorale. Non mi aspetto sconti da nessuno, a partire dai media; mi aspetto che tutti noi da oggi saremo pronti a dare il nostro massimo contributo per gli Stati Uniti d'Europa. C'è un dramma in Ucraina-Russia e in Medio Oriente, c'è un'Europa assente; ma non possiamo invocare l'Europa quando ci piace e chiamarla 'matrigna' quando non ci piace. Abbiamo il compito di aggiustare la barca che indubbiamente fa acqua da qualche parte, ma l'obiettivo è arrivare dove volevano arrivare tutti i federalisti che ho conosciuto". Anche per il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova "Azione ha scelto la divisione anziché l'unità ed è il mio unico rammarico oggi, ai nostri sorrisi di oggi hanno preferito la polemica, mentre è troppo importante il tema cui noi abbiamo dedicato la lista e vogliamo dedicare tutte le nostre energie: Stati Uniti d'Europa evoca un'Europa forte e sovrana, la sovranità nazionale è di cartone".
"Per me - ha detto il leader di Italia viva Matteo Renzi - questo è un 'piccolo momento di felicità', dopo tre settimane in cui abbiamo discusso di tutto, cambiando simbolo e litigando su tante cose, ma nelle esperienze politiche può accadere per varie circostanze casuali e scelte strategiche che arrivi un giorno in cui si fa una cosa per cui si è sempre lavorato, si è sempre creduto e che si è sempre sognata: combattere per gli Stati Uniti d'Europa". Ringraziando Emma Bonino "per il coraggio, la resilienza, la tenacia e la passione", Renzi ha notato che si è arrivati alla lista nonostante "le polemiche e le risse condominiali" e pur arrivando da storie diverse, che ciascuno degli attori rivendica: "Ci unisce l'idea che oggi l'Europa sia in grandissima difficoltà, in crisi profonda, rischiando di non toccare palla su niente. Ci siamo detti: qualcuno dovrà pur provarci, perché senza Europa si sta peggio". Quanto alle polemiche con Calenda, Renzi ha sottolineato: "Non ci interessa parlare di chi non ha scelto di stare con noi: il nostro obiettivo è sfidare culturalmente il sovranismo, fare meglio di chi come Salvini dice 'meno Europa', che non vuol dire 'più Lombardia' o 'più Veneto', ma 'più Cina' o 'più Sud-Est Asiatico', continuando a credere all'irrilevanza europea". E sulle liste: "Ci hanno fatto la morale sulle candidature, ma noi diciamo che chi si candida in Europa va in Europa: non facciamo la parte di chi gioca a prendere i voti, mostrando il proprio ego e alimentando la propria ambizione personale e poi scappa. Nessuno dei cinque capilista è di Italia viva e ne sono orgoglioso: presenteremo i nostri candidati e cercheremo di farli eleggere, ma siamo qui per dire che al progetto degli Stati Uniti d'Europa crediamo come scelta costitutiva della nostra scommessa politica; occorre smettere di litigare, non rispondere alle provocazioni e tornare a volare alto, credendo che questo è il progetto che dà ragione della nostra speranza".
"La politica - ha aggiunto il segretario di +Europa Riccardo Magi - è una cosa strana che a volte ti mette davanti a percorsi tortuosi, pieni di contraddizioni, ti fa anche dubitare in certi momenti che si stia facendo la cosa più giusta, più coerente; poi arriva il momento in cui i dubbi si sciolgono. Abbiamo messo al centro il sogno degli Stati Uniti d'Europa, ma occorre che qualcuno lo faccia diventare un obiettivo politico, mettendo un passo indietro la propria identità di partito per questo. Meno Europa significa meno Ponte, meno infrastrutture, meno investimenti, meno pace, meno ricerca, meno politica industriale, meno sostenibilità. Siamo convinti che gli Stati Uniti d'Europa siano l'unico orizzonte in cui la democrazia rappresentativa e liberale si può salvare. Mi spiace che oggi ci sia una sedia vuota in questa platea, quella che Carlo Calenda ha deciso di non occupare: noi ci abbiamo provato in tutti i modi e siamo tranquilli da questo punto di vista. Non risponderemo più alle polemiche e agli attacchi, delle liste che stiamo componendo non dobbiamo giustificarci con nessuno, abbiamo fatto scelte che hanno un senso politico profondo, scegliendo persone che si impegnano davvero a portare avanti quest'idea degli Stati Uniti d'Europa. Calenda vorrà tenere in ostaggio migliaia di voti dei cittadini che erano stati i primi a chiedergli di lavorare a una soluzione unitaria, noi ci siamo riusciti".
Non fa parte, come detto, della famiglia di Renew Europe - ma del Partito socialista europeo, parte del gruppo Socialisti e Democratici - il Psi, per il quale è intervenuto il segretario Enzo Maraio, futuro capolista al Sud: "Stiamo dando gambe a un progetto che mette insieme anime, culture, storie, tradizioni e posizioni politiche: noi siamo i più diversi, rappresentando un'area che però è orgogliosamente in questo percorso e si sente a casa, forse più che altrove in altri contesti politici. Quando Emma Bonino ci ha lanciato l'invito, noi abbiamo aderito senza alcun dubbio: lo abbiamo fatto anche per una questione di coerenza, noi siamo socialisti in Italia e in Europa, altri lo sono in Europa e meno in Italia, quindi rappresentiamo una parte politica che dialoga e partecipa a questa sfida importante. L'Europa federale e unita è esattamente alternativa all'Europa delle Nazioni, quella della destra sempre più illiberale. Si tratta di una scelta di prospettive, di strategia e visione: non possiamo sbagliare perseguendo una strada che ci porta a interrompere il percorso dell'Europa unita".
"Spesso il termine 'utopia' è il modo di liquidare quello che non si ha voglia o capacità o il coraggio di fare, come diceva Adriano Olivetti - ha voluto ricordare Matteo Hallissey, segretario di Radicali italiani -. Noi con voglia, capacità e coraggio abbiamo scelto di cercare di cambiare totalmente rotta rispetto a quello che faranno gli altri partiti, mettendo al centro le riforme che servono all'Europa ora più che mai, perché questo è l'unico momento possibile. Mentre noi cerchiamo di sforzarci per avere una prospettiva più alta e darci un obiettivo sicuramente utopico e ambizioso, ma che può essere portato avanti anche grazie al nostro contributo, c'è chi come Carlo Calenda ci definisce un'accozzaglia: a parte che, guardando il nostro simbolo, la nostra lista assomiglia a quella di Cateno De Luca meno di quella di Calenda, in questa lista di scopo abbiamo l'unione di diverse tradizioni che proprio nella loro differenza rappresentano la proposta più credibile di diverse storie che si uniscono su un unico obiettivo e missione, mettendo anche da parte le differenze che ci sono e resteranno anche dopo le elezioni. Non ci unisce solo il desiderio di superare il 4% per portare persone competenti al Parlamento europeo, ma un percorso partito dalla proposta di Emma Bonino, passato poi attraverso tavoli programmatici per costruire il progetto al meglio. Cercheranno di riportarci in basso, ai temi italiani e alle lotte fratricide in ambito liberale, ma noi dobbiamo cercare di dare innanzitutto a Renew Europe la forza di essere di nuovo il terzo gruppo al Parlamento, superando i conservatori ed essendo parte della maggioranza, per dare forza e coraggio per riformare i trattati e fare un salto in avanti". 
Un breve intervento è arrivato anche da Gianfranco Librandi, leader di L'Italia c'è (che, come Italia viva, è parte del Partito democratico europeo e i cui canali social erano rimasti sostanzialmente fermi fino alle ultime ore): "Dobbiamo difendere l'Europa dagli attacchi del pericolo sovranista grazie a un nuovo partenariato tra gli stati europei; rafforzare il mercato unico. L'Italia c'è contribuisce a rappresentare i cittadini del Fare, quelli che lavorano e pagano le tasse, volendo meno condoni per qualcuno e meno tasse per tutti. Con gli Stati Uniti d'Europa ci sentiremo più protetti, sicuri, più forti dal punto di vista economico, sociale, della sicurezza militare, dell'energia, della ricerca scientifica, dell'approvvigionamento delle materie prime". Il simbolo di L'Italia c'è, peraltro, è stato integrato in basso con un piccolo elemento tricolore e il riferimento "Al Centro" (stesso carattere usato per quelle parole da Matteo Renzi).
"Ci spiegavano proprio che questa lista non si sarebbe potuta fare - ha aggiunto Andrea Marcucci, a capo di Libdem europei - ma certe volte le idee, i sogni, le volontà collettive sono più forte dei veti e degli egoismi. Ci hanno descritto come litigiosi, un'assemblea che poco aveva in comune, ma non è così. Abbiamo in comune l'amore per l'Europa, il collante più forte nelle elezioni europee; l'amore per la democrazia liberale e dei diritti, per la salvaguardia dei più deboli".
Nella mattinata sono intervenuti anche alcuni dei candidati alle europee: dopo Bonino (che guiderà la lista nel Nord-Ovest) ha parlato il futuro capolista nel Nord-Est Graham Watson, per vent'anni europarlamentare ed ex presidente del partito europeo Alde (cui +Europa, Radicali italiani e Libdem appartengono), "in più sono sposato da 37 anni con una liberale italiana, fiorentina tra l'altro, quindi ho la cittadinanza... L'Europa democratica è in grave pericolo; i nostri nemici tentano di spaccarla. Certi interessi americani temono l'euro forte; certi interessi russi temono la potenza dell'Ue; la stessa Brexit è stata foraggiata da fondi privati statunitensi e pubblici russi. Stanno dietro Trump, hanno vinto le elezioni in Olanda; in Francia, Italia e altri paesi finanziano le forze nazionaliste. Svegliamoci: siamo in guerra, non solo per aiutare a difendere il territorio ucraino, ma anche per difendere la nostra democrazia. Abbiamo conosciuto tanti progressi nel corso degli anni grazie all'Europa: faccio campagna per difendere tutto questo e la democrazia, ma anche per estendere le libertà dei cittadini. Vogliamo anche una vera politica europea di difesa, di immigrazione legale per combattere il traffico di esseri umani. Possiamo farlo nella prossima legislatura europea". Oltre a Watson, sono intervenuti l'europarlamentare uscente Nicola Danti (impegnato nella riforma dei trattati), Giandomenico Caiazza (capolista al Centro) e Rita Bernardini, presidente di Nessuno Tocchi Caino e capolista nelle Isole ("Ho vissuto anni molto difficili dopo la scomparsa di Marco Pannella, anche di amarezza e mancati tentativi di costruire quello per cui Pannella ha lottato per tutta la vita"),
"Questo è un simbolo bellissimo, con colori gioiosi - ha chiosato Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia viva - ed è soprattutto la sintesi tra esperienze politiche, culture e storie che hanno voluto unirsi perché questo è un momento cruciale per la vita dell'Europa e del nostro Paese. Quelli che continuano a provocarci e a criticarci dicendo che siamo solo una lista di scopo, rispondo che qui dentro c'è uno scopo grande e c'è una bella differenza tra essere una lista di scopo e una lista senza scopo". 
Rispetto alla prima bozza circolata, in cui il nome era "Per gli Stati Uniti d'Europa", ora la lista ha perso le prime due parole: il nome è dunque identico a quello contenuto nel contrassegno che nel 2019 Maurizio Turco aveva depositato per conto della lista Pannella, (mantenendo il nome dell'associazione Stati Uniti d'Europa che avrebbe dovuto presentare liste comuni tra Lista Pannella e Psi, poi non se ne fece nulla) e che nelle prossime ore dovrebbe essere nuovamente presentato al Viminale per dare continuità al primo deposito. I due simboli non hanno altro in comune (tranne, beninteso, la lunga storia radicale di alcuni promotori di Stati Uniti d'Europa e di alcune candidature, a partire da quella di Bonino e Bernardini, ma anche la lunga aderenza radicale di Caiazza); la stessa rosa di cui sono ora titolari i Radicali italiani, disegnata da Aurelio Candido, è diversa dalla rosa nel pugno di Marc Bonnet "prestata" dalla Lista Pannella al simbolo coniato nel 2019. Il nome però è proprio uguale e qualche problema sulla coesistenza dei due fregi dovrà essere posto. Difficile mettere in "pericolo" un progetto cui varie forze politiche lavorano da settimane, ormai mesi, ma altrettanto difficile e pericoloso rischiare di togliere diritti a un simbolo già accolto dal Viminale cinque anni fa. Tra qualche manciata di ore se ne saprà di più.