Le elezioni regionali e amministrative si avvicinano e il quadro degli schieramenti (e delle alleanze) si definisce via via. Che Fratelli d'Italia avesse ottenuto dalla Fondazione Alleanza nazionale (non senza polemiche) di poter usare anche stavolta l'emblema di An nel proprio contrassegno; l'elemento nuovo è che stavolta con il partito della Meloni ci saranno anche alcuni candidati della Destra sociale, il gruppo che si è riorganizzato con Luca Romagnoli dopo l'uscita dalla Fiamma tricolore. È lo stesso Romagnoli a spiegarlo nel sito della formazione, rivendicando il proposito di "unire per rilanciare una proposta politica che sia identitaria,
sociale e nel solco della nostra tradizione e vocazione nazionale".
Restano fermi gli intenti di "servire
l’Italia" e "interpretare e salvaguardare
il patrimonio ideale e progettuale della nostra comunità", di quella destra, con la speranza di "contribuire in qualche modo a
un’evoluzione culturale e 'caratteriale' di parte del nostro mondo, senz’altro generosissima, ma poco pronta a recepire e
veicolare le risposte alle sfide che un movimento politico deve saper
approntare e contestualizzare". Anche il "superamento" dell'esperienza della Fiamma è avvenuto con lo stesso auspicio: cercare di (ri)dare alla destra italiana "un’unità d’azione, e magari una
migliore unità e contemporaneità d’intenti". L'idea di "progettare il futuro, mantenendo le radici" a quanto pare ora passa per Fratelli d’italia.
Sgombra il campo Romagnoli dal timore di qualche sudditanza verso la formazione della Meloni: preferisce individuare convergenze – che "sono fondanti". "Oggi Fratelli d’Italia, e Giorgia Meloni
che ben rappresenta una comunità politica con la quale abbiamo varie e
tante sintonie, costituiscono la migliore speranza per ritrovare voglia
di impegno politico e sociale", da portare avanti in "un unico partito" in cui si possano condividere progetti utili e "sentiti" da quella parte di popolo partecipante.
Il "percorso di condivisione
progettuale e d’impegno" con Fratelli d'Italia, ora, si traduce nella partecipazione di alcuni candidati della Destra socile nelle liste di Fdi, oltre che in azioni a sostegno di quel soggetto politico. Luca Romagnoli vuole lasciare lontani "infantilismi e velleitarismi che hanno fin qui impedito alla
destra italiana di riunirsi e incidere fattivamente nelle scelte
politiche necessarie all’Italia del Terzo millennio".
Era questo lo spirito con cui alla fine del 2013, quando ancora era alla guida della Fiamma tricolore, aveva pensato di partecipare alla federazione immaginata da Francesco Storace e Adriana Poli Bortone per riportare sulle schede il simbolo di An: proprio lui, Romagnoli, che con Rauti di An non aveva voluto sapere dal 1995 in poi. Quella volta il progetto si interruppe proprio con la concessione dell'emblema a Fratelli d'Italia; stavolta è da lì che per Romagnoli è giusto ripartire. "Sulla storia e sulle radici (che non c’è
necessità di mettere in discussione) si impostano i germogli per il
futuro – conclude – ma a foglie nuove e frutti si deve ambire, altrimenti, direbbe Marinetti, si è 'passatisti'". Come a dire, sulla scheda magari ci sarà un simbolo in meno, ma un po' di impegno in più.
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