Chissà se, tra le categorie di persone ancora in grado di sorprendersi davanti a qualcosa di curioso, strano o difficile da spiegare rientrano anche i funzionari delle commissioni elettorali che devono valutare la regolarità delle liste che vogliono partecipare alle elezioni comunali. Perché, d'accordo, le vere orde di simboli si vedono solo fuori e dentro al Viminale, prima delle elezioni politiche ed europee, ma la fauna che si può vedere alle elezioni comunali a volte non ha nulla da invidiare a certi soggetti che varcano la soglia del Ministero dell'interno. Così sarebbe stato interessante trovarsi una quarantina di giorni fa a Roccavivara, in provincia di Campobasso, per vedere le reazioni di certa gente.
Già, perché ci si poteva già stupire nel rendersi conto che un paese con 1144 elettori avrebbe visto affrontarsi ben 6 candidati sindaco con tanto di liste al seguito. Il numero era obiettivamente sproporzionato, quasi esagerato per un comune di quelle dimensioni. Tecnicamente, in realtà, il dato si poteva spiegare: nel censimento nazionale Istat del 2011, il comune di Roccavivara aveva meno di mille abitanti e, per la legge, non è richiesta alcuna sottoscrizione per la presentazione delle liste. Teoricamente, dunque, non c'era limite al numero di liste presentabili, quasi senza il minimo sforzo da parte di chi le ha formate (eccezion fatta, ovviamente, per il tempo impiegato a preparare i documenti).
Difficile da credere, però, che a deposito delle liste chiuso nessuno si sia lasciato sfuggire almeno un commento, nel vedere consegnati uno dopo l'altro (e chissà in che ordine i depositanti si sono presentati agli uffici) tre simboli praticamente uguali, partoriti evidentemente dalla stessa mente - se non dallo stesso computer - eppure legati a tre candidati sindaci diversi. Già, perché Lista Alpha, Lista Beta e Lista Gamma condividevano la font e la struttura grafica, avevano dimensioni di carattere leggermente diverse, ma erano collegate rispettivamente alle candidature di Timoteo Di Girolamo, Luciano Torrieri e Stefano Triozzi, tutti e tre nati a Pescara.
Solo il sorteggio ha impedito che i tre simboli venissero snocciolati sul manifesto e sulla scheda una dopo l'altra (invece sono usciti prima Gamma, poi le tre liste dalla grafica in technicolor, poi Beta e infine Alpha), ma restava il mistero del perché. Cosa c'era all'origine di quelle liste così strane? Qualche idea sembrava averla il MoVimento 5 Stelle del Molise, cui in qualche modo pare essere legata la lista Roccavivara oltre (nel simbolo è evidente il simbolo di MeetUp, il social network utilizzato dal 2005 tra i simpatizzanti di Beppe Grillo; il programma della lista, in più, contiene alcuni elementi che sono profondamente legati all'esperienza che in seguito ha caratterizzato il M5S).
Sui media, i 5 Stelle molisani avevano fatto denunce precise: nel mettere in luce come in alcune realtà si sia registrata la presenza di liste "che dopano la competizione elettorale aumentando considerevolmente il numero dei candidati", viene espressamente citato il caso di "alcuni appartenenti alle forze dell’ordine che, approfittando della norma, vanno alla ricerca di piccoli comuni, preferibilmente non nella propria regione, solo al fine di beneficiare dei permessi elettorali". In questo contesto si collocherebbe il caso di Roccavivara "dove le liste farcite abbondantemente da dipendenti statali sono ben tre su sei" e i nomi con grafica coordinata lascerebbero pensare "che i candidati, per lo più abruzzesi, si siano addirittura accordati per 'assaltare' il Comune della Valle del Trigno".
Se di assalto si trattava, però, non sembra in alcun modo riuscito. Perché, a spoglio terminato, si poteva anche commentare la vittoria marcata di Franco Antenucci e della sua Insieme per Roccavivara, con la foto della città che ha battuto i colori di Roccavivara oltre e la grafica 0.0 e quadricolore di Servizio civico per Roccavivara. Ma non si poteva fare a meno di notare che il totale di voti ricevuti dalle tre liste-fotocopia era pari a 0. Dicasi e leggasi zero, frutto della somma di tre zeri. Segno, a questo punto, che nessuno dei candidati, ma proprio nessuno, doveva essere nato o residente a Roccavivara. Non sarà forse la prima volta in cui una lista fa il vuoto, ma probabilmente nessuno ci è riuscito come il trio Alpha, Beta e Gamma.
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