"... e poi, e poi / che idea... Ma quale idea?". Non avrebbe dubbi Gaetano Quagliariello a rispondere alla domanda contenuta nel classico di Pino D'Angiò: quale idea? La "mia" idea, anzi, IDeA. Ove la parola diventa l'acronimo di Identità e Azione. Il sito - www.movimentoidea.it - è già nato, anche se di pagine da riempire ce ne sono ancora varie; la "squadra" per dare corpo alla nuova IDeA invece c'è già.
Tra i fondatori, accanto a Quagliariello, altri esponenti già appartenenti al Nuovo centrodestra da tempo a disagio (anche per questioni etico-politiche), su tutti Carlo Giovanardi ed Eugenia Roccella; accanto a loro, Andrea Augello, Luigi Compagna (già liberale, poi Pdl-Gal, prima dell'approdo in Ncd), Guglielmo Vaccaro (eletto col Pd, ma passato al gruppo misto e sostenitore di Caldoro contro De Luca in Campania), Vincenzo Piso e persino Renata Bueno, eletta alla Camera all'estero in rappresentanza dell'Unione sudamericana emigrati italiani e in seguito ritenuta vicina a Matteo Renzi. Con Quagliariello ci sono anche vari ex dirigenti Ncd, soprattutto della Puglia (a cominciare da Domi Lanzillotta) e alcuni consiglieri regionali.
La spiegazione del nome, in fondo, sul sito c'è già: nella trasformazione del mondo e dell'Italia politica "persino le idee, le identità sembrano essersi smarrite, o appaiono inservibili e invecchiate", mentre per Quagliariello e colleghi le idee "nascono non solo dalla mente ma dal cuore. E perché senza di esse fare politica non vale la pena: si riduce a gestione asfittica del potere". Trasformazioni e sconvolgimenti, in ogni caso, "hanno terremotato il sistema politico. E il vecchio centrodestra, che era stato il baricentro di una lunga stagione imperniata sul conflitto tra berlusconismo e antiberlusconismo, ne ha pagato il prezzo più alto": lo stesso Nuovo centrodestra, pur avendo evitato al paese derive greche, sembra potersi ritenere "conclusa", come si legge anche sull'Occidentale). E' duramente realista Quagliariello nel riconoscere che "a disgregarci siamo stati tutti bravissimi", mentre ora bisogna riuscire ad aggregare, mettendo in campo "idee nuove per riscoprire identità antiche": "serve un’Identità - si legge sempre nel sito - che si traduca in Azione. Serve un’Idea".
Ma, appunto, quale idea? E, prima ancora, cos'è IDeA? Tiene a precisare Quagliariello che IDeA non è "l'ennesimo partitino", che peraltro non serve: si tratta piuttosto di un movimento, perché ciò che è vincente e realmente utile è "mettersi in Movimento" (nessun riferimento, ovviamente, al M5S), con la consapevolezza che "tutto ciò che fin qui ha resistito nel campo alternativo alla sinistra non può essere guardato con atteggiamenti di immotivata superiorità, ma sapendo anche che non è sufficiente". Morale, niente liste di proscrizione per i partiti, ma nessuno può dettare legge nella (ri)costruzione del centrodestra, che dovrà finanziarsi "con la partecipazione e con l'iniziativa" e potrebbe unire "storie e mondi diversi" anche consentendo la doppia appartenenza (motivo di più, probabilmente, per non qualificare IDeA come un partito).
Il marchio abbreviato dell'editore De Agostini (proprietà De Agostini Spa) |
Ciò si dovrebbe tradurre in un emblema che, su fondo bianco-grigio sfumato "a spilletta", inserisce l'acronimo e la denominazione del movimento per esteso. Il nome di certo è piuttosto nuovo (in politica l'aveva usato il Movimento idea sociale di Rauti), come anche il riferimento all'identità (l'azione si è già vista, più a destra che a sinistra). Non si è di fronte a un simbolo vero e proprio: non ci sono elementi grafici degni di nota, tutto si regge sul lettering in carattere bastone. Unica particolarità, la "e" minuscola, riportata nella sigla e nel nome completo ad altezza delle maiuscole. Anche quell'idea, però, non è affatto nuova, anzi ricorda qualcosa di già visto: la "e" minuscola tra la "D" e la "A" maiuscole, infatti, è da anni il marchio abbreviato della De Agostini editore. Ovviamente non si pone alcun problema legale sui segni distintivi (IDeA è diverso da DeA, nel significato, nei colori e in parte nella grafica), ma colpisce che Quagliariello abbia lasciato un partito - il Nuovo centrodestra - il cui primo logo, quello rettangolare, richiamava piuttosto l'emblema di uno studio professionale o di un farmaco, per costituire un movimento che involontariamente richiama il marchio di un editore.
Tondo com'è, il simbolo potrebbe anche essere presentato alle elezioni, ma è tutt'altro che scontato: se il prossimo parlamento - almeno per quanto riguarda la Camera - quasi certamente sarà eletto con l'Italicum, le corse "solitarie" saranno scoraggiate, a vantaggio delle federazioni di vari soggetti politici. Difficile quindi che IDeA finisca sulle schede: può essere che ci finiscano i suoi aderenti, magari sotto altre insegne politiche.
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