Il fenomeno delle liste presentate nei comuni sotto i mille abitanti che non dimostrano particolare radicamento nel territorio, come si può immaginare, non è circoscritto al solo Piemonte: anche in altre zone d'Italia si possono riscontrare diversi casi analoghi, che meritano di essere indicati e, per quanto possibile, analizzati.
Se il viaggio nei comuni più piccoli è partito dal Piemonte, a poca distanza, nella vicina Liguria troviamo ad esempio il simbolo noto del Partito Comunista dei Lavoratori a Portofino (9 voti, pari al 3,11%, 0 seggi); sempre nelle vicinanze di Genova, a Propata, la lista Propata Popolare - grafica chiaramente ispirata a quella di Area popolare, almeno per la scritta - ottiene un solo voto su 80 e, ovviamente, zero seggi.
In Lombardia si registra, salvo errori, l'unica apparizione di un simbolo, quello della Fiamma Tricolore che, invece, per anni dalla sua costituzione - nel 1995, dopo il congresso di Fiuggi che cambio il Msi in An - fino a un paio di anni fa aveva partecipato con costanza ad importanti tornate elettorali nazionali e locali. Siamo, in particolare, ad Oltressenda Alta, in provincia di Bergamo: lì una lista - Oltressenda Alta tricolore - che riunisce Forza Nuova, Fiamma ed una formazione locale (La stella alpina), ottiene 7 voti, pari al 6,36%. Non molto, ma quanto basta a conquistare tre seggi in consiglio, grazie alla presenza di una sola altra lista locale, che si è aggiudicata la vittoria alle elezioni.
In provincia di Como troviamo liste del Fronte Nazionale a Blessagno, Pigra e Ponna. solo in questo ultimo comune la formazione raccoglie 4 voti (pari al 2,10%), nei primi due invece zero voti presi, proprio come sono pari a zero i seggi conquistati in quella zona. Al comune di Pigra, tra l'altro, va leggermente meglio - si fa per dire - un'altra lista, Pigra Nuova, che nelle urne ha trovato per sé un solo voto su 196 schede valide.
Hanno più fortuna le liste di Progetto nazionale (il movimento di Piero Puschiavo) in provincia di Pavia: 3 seggi a Breme (37 voti, pari al 9,09%), altri 3 a Cozzo (63 voti, pari al 33,87%). Questi risultati, in realtà, fanno pensare che Pn non sia una lista completamente sganciata dalla realtà locale: in entrambi i comuni la percentuale di votanti è leggermente sotto il 50%, quindi la presenza di due liste ha evitato il commissariamento.
Sempre in provincia di Pavia troviamo Italia Reale, lista monarchica che raccoglie 18 voti (equivalenti al 6,16%) a Zenevedro ed entra con 3 seggi in consiglio. Mentre a Rognano due liste con simboli dalla stessa matrice grafica, MGA - Movimento Giovani Alleati e Movimento S.F.I.A.M. (già visti almeno l'anno scorso, sparsi qua e là), hanno un destino diverso: la prima prende 19 voti (7,60%) e tre seggi, la seconda si ferma a 6 (2,40%) e resta fuori dal consiglio. Da ultimo, in provincia di Varese, al comune di Cremenaga dove la lista di Forza Nuova raccoglie solo 9 voti (1,77%), non sufficiente a ottenere anche solo un consigliere.
Va obiettivamente meglio al movimento di Roberto Fiore in Veneto: in particolare, a Portobuffolè, nel trevigiano, raccoglie il 12,19%, ossia 45 voti e con questi ottiene i tre seggi di minoranza; la maggioranza, per inciso, spetta a una lista civica - Viviamo Portobuffolè - che nel simbolo ha la "pulce" della Lega Nord - Liga veneta. Il viaggio al nord termina a Castelnovo del Friuli: lì si è presentata una lista dal nome piuttosto improbabile, Assieme si può (lecito in italiano, ma decisamente desueto). Il gruppo ha raccolto solo 23 voti (pari all'8,81%), ma avendo solo una lista come concorrente è comunque entrato in consiglio come minoranza, con i soliti 3 eletti.
Attraversata l'Emilia Romagna senza che emergano situazioni simboliche "esterne" particolari, in Toscana sembra di dover fare una sola tappa a Ortignano Raggiolo, in provincia di Arezzo. Qui si presenta una lista che sfoggia nel simbolo i loghi di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia. Il risultato, politico e grafico, dovrebbe essere la tanto agognata unità del centrodestra, che a livello nazionale latita, mentre riesce a concretizzarsi in un paese di 850 abitanti. Il risultato finale, però, è quello che è: dalle urne arriva solo l'1,48%, cioè 8 voti, insufficienti a ottenere seggi, attribuiti tutti alle due liste locali che hanno ottenuto un consenso nettamente maggiore.
Volendo dare l'antipremio all'originalità (o, se si vuole, il premio "Mancanza di fantasia" dell'anno), si sarebbe tentati di fare un salto nelle Marche, a Ortezzano, in provincia di Fermo. Lì, infatti, si trova la Lista civica, non per antonomasia, ma nel senso che il nome è proprio quello. Si potrebbe dire che il premio poco onorevole è almeno in parte compensato dal fatto che, con i soli 20 voti raccolti (pari al 4,29%), il gruppo è riuscito comunque a ottenere 3 seggi, stante la presenza di una sola altra lista; se solo però ci si applica un po', ci si ricorda che l'emblema è già stato visto con poco successo nelle Marche, l'anno scorso a Castelvecchio Calvisio (unica lista, elezioni annullate per affluenza insufficiente) e quest'anno a Carapelle Calvisio, il paese delle 6 liste su poche decine di abitanti (su 60 votanti, non ne ha convinto nemmeno uno).
Passando in Lazio, colpisce la "massiccia presenza" delle liste che condividono il simbolo di Progetto Popolare (che, a ben guardare, nella grafica di base sembra il calco di Progetto Italia, emblema già legato a Domenico Napoleone Orsini). Le liste, salvo errore, erano presenti almeno in sette comuni della regione e non sono riuscite a ottenere nemmeno un seggio. Il risultato migliore è arrivato a Casape, in provincia di Roma: 7,73% con 27 voti; un po' meno è arrivato in un altro comune romano, Cantarano, con 12 voti (6,38%). Presenza ridottissima a Collepardo, nel frusinate (4 voti, 0,56%), Cineto Romano (3 voti, 0,65%) e Vivaro Romano (1 voto, 0,69%); a Percile e Rocca di Cave, entrambi comuni romani, non è arrivato nemmeno un voto. Molto impegno, più o meno coordinato, non sembra aver prodotto risultati tangibili.
Non va meglio alla lista Basta privilegi politici, che ad Acquafondata non raccoglie nemmeno un voto e a Viticuso riesce a malapena a ottenerne 2, pari al 0,78%; lo stesso emblema a fondo rosso con scritte bianche e gialle, peraltro, farà capolino in altre regioni. E se queste liste sono poco fortunate su larga scala, altre non possono contare su un consenso maggiore anche nell'unico comune in cui si presentano: nella citata località di Collepardo, per esempio, Collepardo nel cuore - che nel simbolo ha giusto un cuore rosso stilizzato su fondo bianco - pur qualificandosi come lista civica, non è riuscita a conquistare nemmeno un voto.
Nessun commento:
Posta un commento