La proposta più votata |
Quella arrivata da una chiara maggioranza di coloro che si sono espressi (tra iscritti, simpatizzanti ed elettori potenziali) è ovviamente solo un'indicazione: come detta lo statuto, spetterà al consiglio nazionale del Psi decidere se cambiare il simbolo rispetto a quello attuale e, nel caso, come farlo. Lo ha ricordato il segretario socialista, Enzo Maraio, eletto pochi mesi fa al congresso straordinario, che ha chiarito anche la sua proposta alla base della consultazione della base: "Nessun medico ci ha ordinato di cambiare l'emblema e io non ho fatto questa proposta per rompere col passato, ma dobbiamo uscire da un paradosso: se vogliamo rimanere comunità dobbiamo avere un simbolo che vogliamo davvero presentare a ogni livello, tanto nazionale quanto locale, e per fare questo occorre un simbolo che sia condiviso, sentito dalla maggior parte di noi. Negli ultimi anni, invece, a fronte di chi si lamentava perché il simbolo del Psi non arrivava sulle schede delle elezioni nazionali, non si sono contate le competizioni regionali o locali in cui i socialisti non lo hanno comunque presentato o lo hanno nascosto, utilizzandone altri. Un tempo si faceva la corsa a presentare il nostro simbolo, quando siamo arrivati ai tempi d'oro fino al 15%; ora dobbiamo invertire la rotta e occorre l'impegno di tutti a presentare il simbolo a tutte le elezioni, qualunque esso sia".
La procedura di consultazione, assieme ai suoi risultati, è stata illustrata da Fabrizio Masia, General Manager di EMG Acqua che ha curato e seguito l'intera procedura: gli esiti sono stati resi noti solo questa mattina, come ha puntualizzato il segretario Maraio, che ha colto l'occasione per invitare a cessare le polemiche interne, che nei giorni precedenti avevano riguardato la stessa survey sul simbolo, ma più in generale le posizioni del partito, che pure in questo periodo sta recuperando in visibilità. "Smettiamo di farci male da soli - ha detto -. Al nostro interno ascoltiamo tutti, a costo di parlare in quaranta, ma alla fine il partito deve avere una voce sola: chi mette una voce diversa è incompatibile con lo stare nel partito. Finora abbiamo sempre deciso all'unanimità, ma se qualcuno per sentirsi importante fa finta che esista una minoranza, è fuori: non c'è posto per giochetti di posizionamento, specie se eterodiretti da altri partiti". Anche per sopire quelle polemiche, lo stesso Maraio ha proposto di trasmettere tutti i dibattiti interni in diretta fb: "Così potremo evitare filtri che, essendo sporchi, finiscono per distorcere la realtà: se non ci diamo una voce unica, continueremo a prendere pochi decimali".
La procedura di consultazione, assieme ai suoi risultati, è stata illustrata da Fabrizio Masia, General Manager di EMG Acqua che ha curato e seguito l'intera procedura: gli esiti sono stati resi noti solo questa mattina, come ha puntualizzato il segretario Maraio, che ha colto l'occasione per invitare a cessare le polemiche interne, che nei giorni precedenti avevano riguardato la stessa survey sul simbolo, ma più in generale le posizioni del partito, che pure in questo periodo sta recuperando in visibilità. "Smettiamo di farci male da soli - ha detto -. Al nostro interno ascoltiamo tutti, a costo di parlare in quaranta, ma alla fine il partito deve avere una voce sola: chi mette una voce diversa è incompatibile con lo stare nel partito. Finora abbiamo sempre deciso all'unanimità, ma se qualcuno per sentirsi importante fa finta che esista una minoranza, è fuori: non c'è posto per giochetti di posizionamento, specie se eterodiretti da altri partiti". Anche per sopire quelle polemiche, lo stesso Maraio ha proposto di trasmettere tutti i dibattiti interni in diretta fb: "Così potremo evitare filtri che, essendo sporchi, finiscono per distorcere la realtà: se non ci diamo una voce unica, continueremo a prendere pochi decimali".
La consultazione
La consultazione sul simbolo si presenta come primo passaggio di un piano di rilancio del partito, illustrato oggi dallo stesso Masia: "Dopo aver valutato se per il rilancio andasse bene la veste grafica attuale o fosse più opportuno adottarne un'altra, è venuto il lavoro programmatico di questi giorni, da coordinare con i risultati di tre workshop svolti a Milano, Roma e Napoli tra militanti socialisti, così da trarne un pentalogo o un decalogo che possa funzionare come un mantra per i socialisti, rimanga impresso a chi ascolta e posizioni il partito in modo chiaro". Il terzo livello di lavoro, per il futuro, dovrà servire a comunicare le idee nel miglior modo possibile.
Tornando però alla consultazione sul simbolo, l'idea di base era proporre idee grafiche che andassero verso il futuro del partito partendo dal suo patrimonio ideale e iconografico: erano dunque state suggerite stilizzazioni che riprendevano le idee della rosa e del garofano, proponendo anche alternative al nome tradizionale del partito, che tenessero insieme storia e avvenire. Se in un primo tempo era stato partorito un gran numero di idee (per il tesoriere, Oreste Pastorelli, erano 25, mentre per Masia erano addirittura una quarantina), se ne sono selezionate sette, tra proposte vecchie e nuove, poi sottoposte a luglio in una prima fase di ricerca a un campione di 2200 persone, scelte pensando di rivolgersi all'elettorato senza rischiare di essere autoreferenziali: "volevano capire se e quanto questi simboli potessero essere interessanti per un mondo allargato del centrosinistra - ha spiegato Masia - quindi ci siamo riferiti a una platea non di iscritti, ma di elettori potenziali".
In un primo momento sono stati sottoposti al campione quattro nuovi emblemi a fondo rosso, tre dei quali contenevano la parola "Avanti" (uno dei quali con una freccia stilizzata) e tre la stilizzazione di una rosa - che qualche interno, con un briciolo di malizia, ha identificato come "carciofo", anche se un emblema molti simile è usato dai socialisti nel nord Europa - proposta in diverse soluzioni cromatiche; in un unico caso, era stata abbinata alla rosa la sigla PSI, decisamente evidente. Nella prima consultazione ai quattro loghi era stato affiancato il simbolo usato dal Psi alle elezioni politiche del 1992, con la dicitura "Unità socialista" e la sigla Psi. "Qui i simboli con la ragione sociale del partito, la sua sigla, sono risultati nettamente vincenti rispetto al concetto di 'Avanti' - ha chiarito Masia - quindi l'etichetta è bene che ci sia, senza che di questa ci si debba vergognare ma con la volontà di rilanciarla".
In quel primo quesito, dunque, avevano stravinto i simboli dichiaratamente socialisti, con il 26,6% che preferiva la rosa con la sigla e addirittura il 39,9% che preferiva il simbolo del 1992. Da lì si è seguito un metodo "a rotazione", che ha mantenuto fermi i quattro simboli a fondo rosso, sostituendo il primo con un altro emblema con il garofano ma realizzato appositamente, in cui il fiore conviveva con il nome integrale del partito e la sigla ancora più evidente, il tutto su fondo bianco: quel simbolo ha stravinto e il simbolo ha stravinto con oltre il 50%.
Un terzo quesito, infine, ha affiancato ai quattro simboli nuovi a fondo rosso quello utilizzato dal Psi alle elezioni del 1987, identico a quello del 1992 (quindi sempre col garofano disegnato da Filippo Panseca e la sigla in basso), ma con la dicitura "Partito socialista" invece che "Unità socialista". Anche in questo caso, la scelta con il garofano è risultata prevalente, con il favore del 43,3% del campione. "Possiamo dire - ha chiarito Masia - che sull'elettorato potenziale ha dunque prevalso il garofano, nel senso che è stato visto come elemento di riconoscimento dell'identità socialista; allo stesso tempo, il campione ha premiato il simbolo che ha presentato una riforma grafica rispetto al passato, con una nuova foggia del fiore, la sigla grande e il fondo bianco.
In un primo momento sono stati sottoposti al campione quattro nuovi emblemi a fondo rosso, tre dei quali contenevano la parola "Avanti" (uno dei quali con una freccia stilizzata) e tre la stilizzazione di una rosa - che qualche interno, con un briciolo di malizia, ha identificato come "carciofo", anche se un emblema molti simile è usato dai socialisti nel nord Europa - proposta in diverse soluzioni cromatiche; in un unico caso, era stata abbinata alla rosa la sigla PSI, decisamente evidente. Nella prima consultazione ai quattro loghi era stato affiancato il simbolo usato dal Psi alle elezioni politiche del 1992, con la dicitura "Unità socialista" e la sigla Psi. "Qui i simboli con la ragione sociale del partito, la sua sigla, sono risultati nettamente vincenti rispetto al concetto di 'Avanti' - ha chiarito Masia - quindi l'etichetta è bene che ci sia, senza che di questa ci si debba vergognare ma con la volontà di rilanciarla".
In quel primo quesito, dunque, avevano stravinto i simboli dichiaratamente socialisti, con il 26,6% che preferiva la rosa con la sigla e addirittura il 39,9% che preferiva il simbolo del 1992. Da lì si è seguito un metodo "a rotazione", che ha mantenuto fermi i quattro simboli a fondo rosso, sostituendo il primo con un altro emblema con il garofano ma realizzato appositamente, in cui il fiore conviveva con il nome integrale del partito e la sigla ancora più evidente, il tutto su fondo bianco: quel simbolo ha stravinto e il simbolo ha stravinto con oltre il 50%.
Un terzo quesito, infine, ha affiancato ai quattro simboli nuovi a fondo rosso quello utilizzato dal Psi alle elezioni del 1987, identico a quello del 1992 (quindi sempre col garofano disegnato da Filippo Panseca e la sigla in basso), ma con la dicitura "Partito socialista" invece che "Unità socialista". Anche in questo caso, la scelta con il garofano è risultata prevalente, con il favore del 43,3% del campione. "Possiamo dire - ha chiarito Masia - che sull'elettorato potenziale ha dunque prevalso il garofano, nel senso che è stato visto come elemento di riconoscimento dell'identità socialista; allo stesso tempo, il campione ha premiato il simbolo che ha presentato una riforma grafica rispetto al passato, con una nuova foggia del fiore, la sigla grande e il fondo bianco.
Quell'emblema inevitabilmente doveva rientrare tra le proposte destinate alla seconda fase della consultazione, aperta al contributo degli iscritti, dei simpatizzanti, degli elettori e dei semplici curiosi: oltre a questo fregio e al simbolo attuale, sono state recuperate come alternative la rosa stilizzata su fondo rosso con la sigla PSI (la più votata dopo i garofani) e la stessa rosa riempita di bianco accoppiata alla parola "Avanti". Tra i 3310 voti raccolti tra gli iscritti, il simbolo col garofano ha ottenuto il 49,4%, la rosa stilizzata con PSI il 7,5%, il simbolo attuale il 34,1% e la coppia rosa-Avanti il 9%. Tra i 5122 non iscritti, invece, il garofano è risultato comunque prevalente (46,7%), sul simbolo attuale (26,9%), sulla rosa con la sigla (16,4%) e la rosa con Avanti (10%). Il risultato finale, dunque, ha visto prevalere il simbolo col garofano (47,8%), staccando nettamente l'emblema attuale (29,8%, più gradito agli iscritti che ai non iscritti), la rosa stilizzata (12,9%, più apprezzata dai non iscritti) e la coppia rosa-Avanti (9,5%).
Per Masia, dunque non si può che consigliare il simbolo col garofano a chi dovrà decidere sull'emblema: "I suoi punti di forza sono il recupero dell garofano dell'identità socialista, con una forma nuova che guarda al futuro, con in più una meravigliosa flessione a sinistra, che sembra un valore in questo tempo storico, di più, l'acronimo è ben visibile sul fondo bianco, cosa che consente un'immediata riconoscibilità in cabina elettorale ed è un altro valore, perché il 45% degli elettori di solito ha più di 55 anni". Si tratta dunque di un simbolo che "recupera e affonda le radici nella storia, ma si proietta verso il futuro, per rilanciarvi tutto il partito". Ora la palla passa al consiglio nazionale: tornerà dunque il garofano, magari con qualche ritocco?
Per Masia, dunque non si può che consigliare il simbolo col garofano a chi dovrà decidere sull'emblema: "I suoi punti di forza sono il recupero dell garofano dell'identità socialista, con una forma nuova che guarda al futuro, con in più una meravigliosa flessione a sinistra, che sembra un valore in questo tempo storico, di più, l'acronimo è ben visibile sul fondo bianco, cosa che consente un'immediata riconoscibilità in cabina elettorale ed è un altro valore, perché il 45% degli elettori di solito ha più di 55 anni". Si tratta dunque di un simbolo che "recupera e affonda le radici nella storia, ma si proietta verso il futuro, per rilanciarvi tutto il partito". Ora la palla passa al consiglio nazionale: tornerà dunque il garofano, magari con qualche ritocco?
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