Bisogna ammetterlo: un po' ce lo si era dimenticati. Perché, a forza di parlare di "rottamazione" e di "rinnovamento", alle volte tentato con vere e proprie operazioni di casting, si è fatto passare in secondo piano che anche i partiti di oggi, nel tentare di rivolgersi ai più giovani e organizzare il loro impegno, hanno costituito associazioni e organizzazioni giovanili (più o meno attive, non sempre note ai più). Lo si deve ricordare per forza davanti all'avviso di un incontro previsto per il 25 giugno (ore 20 e 30), trasmesso in diretta sulla pagina Facebook di Generazione liberale, un progetto che - come recita quella stessa pagina - è nato per "avvicinare i giovani alla politica [...] attraverso strumenti social [...] approfondendo temi quali cultura, della politica e dell'economia".
Quell'evento, intitolato Il coraggio delle idee. Crisi sociale, politica ed economica, vedrà infatti confrontarsi le figure di vertice di ben nove organizzazioni giovanili partitiche, anche piuttosto distanti tra loro: il coraggio è quello di cui c'è bisogno in una fase difficile come questa, ma anche quello di avere idee e prendere una posizione netta e riconoscibile in giovane età.
Alcuni di questi soggetti politici giovanili hanno una certa notorietà, magari conquistata per motivi non pienamente ascrivibili alla politica. Questo può essere il caso della Lega Giovani (all'incontro parteciperà il segretario federale Luca Toccalini, l'unico peraltro tra gli invitati a essere anche parlamentare). Qualcuno, infatti, probabilmente ricorderà la "singolar tenzione" araldica che lo scorso autunno aveva riguardato non il simbolo federale, ma quello "nazionale" della Lega Giovani Toscana (per l'accostamento di un fante medievale allo scudo del Granducato di Toscana, ben successivo e assimilabile a un'insegna straniera). Al di là di quell'incidente, l'emblema federale - adottato a settembre 2019, come evoluzione del simbolo che fu del Movimento giovani padani - è rimasto intatto da allora, con il leon da guera venetista sullo scudo del fante, che ha la spada sguainata e la croce di San Giorgio sulla corazza (richiamando così la figura di Alberto da Giussano).
Ha fatto un certo effetto anche la ricostituzione della Federazione giovanile comunista italiana (legata al Partito comunista italiano, ricostituito nel 2016 e guidato fin dalla nascita da Mauro Alboresi), il cui emblema, tra quelli attuali è, probabilmente quello con più storia alle spalle: il simbolo, infatti, altro non è che la versione colorata di quello in uso un tempo, giusto con qualche adattamento grafico per rendere l'immagine in linea con i tempi. Oltre ad avere ripreso il nome e il logo storici, la Fgci - che all'incontro sarà rappresentata dal segretario nazionale Nicolò Monti - ha ripreso anche la vecchia sigla con cui è sempre stata nota e anche questo rappresenta un elemento di continuità rispetto al passato.
Mantiene il collegamento con la propria storia, ma con qualche aggiustamento visivo in più, l'emblema di Forza Italia Giovani (che giovedì 25 giugno vedrà partecipare il suo coordinatore nazionale Marco Bestetti). Al centro c'è sempre la bandierina tricolore del partito ritagliata a cerchio (con la scritta che ora è obliqua, mentre inizialmente era orizzontale), mentre ora la parola bianca "giovani" è ripetuta due volte e disposta a cerchio su fondo carta da zucchero, mentre prima in quel colore era riportato (su fondo bianco o neutro) il nome dell'organizzazione giovanile forzista: "Giovani per la libertà". Ora è l'intero logo a sembrare una sorta di distintivo da appuntarsi addosso, facendo emergere di più il riferimento ai giovani rispetto a quello al partito.
Un altro recupero grafico sui generis riguarda la Gioventù nazionale, organizzazione giovanile legata a Fratelli d'Italia (e giovedì rappresentata dal suo presidente nazionale Fabio Roscani). La mano tinta in buona parte di azzurro, in effetti, è quella che nel vecchio emblema del Fronte della gioventù - e poi in quello di Azione Giovani - reggeva la fiaccola dalla quale si sprigionava una fiamma tricolore. Ora al posto della fiaccola c'è un drappo tricolore che sventola (anche se, ai #drogatidipolitica senza speranza di redenzione, potrebbe ricordare un po' il fazzoletto tricolore, sullo stile di Emilio Pucci, utilizzato nel 1994 all'ultimo congresso del Partito liberale italiano).
C'è invece chiaramente l'elemento principale del simbolo del partito di riferimento nel fregio che distingue la Federazione giovanile repubblicana (che tra l'altro figura come organizzatrice - insieme alla citata Generazione liberale e a Cultura Identità giovani - dell'incontro del 25 giugno, al quale prenderà parte il segretario nazionale Marco Spina). Al centro dell'emblema, infatti, c'è la foglia dell'edera che, da Giuseppe Mazzini in avanti, contraddistingue gli ideali repubblicani; in questo caso, la foglia - che non riprende nessuna delle foglie impiegate nel corso del tempo dal Pri ma ha comunque un che di tradizionale - è collocata su fondo rosso e inscritta in un cerchio.
Sa di antico anche l'emblema della Federazione dei giovani socialisti (nata nel 1994, erede del Federazione giovanile socialista italiana - Movimento giovanile socialista), oggi guidata da Enrico Maria Pedrelli (tra coloro che parteciperanno all'evento). Negli anni ha mutato più volte il suo simbolo, spesso incentrato su una rosa; dal 2016 l'emblema è costituito da un sole stilizzato e da tre frecce, su fondo rosso mattone. Se il sole stilizzato è quello dell'avvenire, le tre frecce (altrettanto stilizzate, senza la classica punta) sono "un antico simbolo socialista, usate in più occasioni dal movimento socialista nel mondo, ma soprattutto usate dal 'Fronte d'Acciaio' tedesco contro Hitler - come si legge sulla pagina Fb -. Le tre frecce erano il modo più efficace per cancellare le svastiche dai muri, e rappresentavano i tre grandi nemici del socialismo: una freccia colpiva la monarchia, una il comunismo, una il nazifascismo"; in Italia, non a caso, figurarono anche nel simbolo del Partito socialista dei lavoratori italiani, non ancora Psdi.
Recupera invece un consolidato simbolo politico europeo l'emblema della Gioventù liberale italiana, tuttora legata al Pli presieduto da Stefano De Luca (all'incontro rappresentata dalla sua segretaria nazionale, Giulia Pantaleo). A essere utilizzato, infatti, è il bird of liberty, nell'interpretazione che per molti anni ha caratterizzato l'Eldr, il partito europeo dei liberali, democratici e riformisti: se questo aveva le ali tinte di blu e di giallo, in questo caso l'immagine è stata virata al verde e al rosso, per ricreare la tavolozza cromatica della bandiera italiana che ha caratterizzato tanto il Pli storico quanto il soggetto politico rifondato da De Luca a partire dal 1997.
Sono dotati di un'organizzazione giovanile anche i monarchici che fanno riferimento all'Unione monarchica italiana: si tratta del Fronte monarchico giovanile (il cui segretario nazionale, Amedeo Di Maio, sarà tra i relatori all'incontro di giovedì). L'emblema - quadrato ma, alla bisogna, impiegato anche in forma rotonda - comprende, oltre alla sigla, i due elementi fondamentali del simbolo dell'Umi, vale a dire la corona reale dei Savoia e il nodo che li rappresenta; il tutto è posto su fondo blu (ma più chiaro rispetto a quello impiegato da altre formazioni monarchiche) e non manca un elemento tricolore nella parte inferiore del fregio, senza alcuno stemma nella parte bianca.
All'incontro del 25 giugno partecipa anche quella che probabilmente è l'ultima nata tra le organizzazioni partitiche dedicate ai giovani: il Movimento giovanile della sinistra, costituito a settembre del 2017 per riunire "ragazze e ragazzi che si riconoscono nei valori della tradizione socialista europea" e fare "della battaglia politica per il rinnovamento della sinistra italiana il proprio tratto distintivo"; di fatto il Mgs è nato soprattutto in collegamento ad Articolo 1 ed è guidato da Carlo Rutigliano (anch'egli invitato all'evento di giovedì). Per il suo simbolo - anch'esso quadrato ma ritagliabile a cerchio - nessuna scritta, sigla o nome che sia, ma solo la stilizzazione della corolla di una rosa, bianca su fondo rosso, riprendendo dunque uno dei segni classici del socialismo europeo.
Anche se non risultano partecipanti all'incontro del 25 giugno, è almeno il caso di ricordare che esiste un'altra rilevante organizzazione giovanile, legata al Partito democratico: si tratta dei Giovani Democratici, che fin dalla loro costituzione hanno il loro simbolo arancione con le iniziali sottolineate in rosso col gesso (che ricorda un po' il segno sotto al veltroniano "I care") e un pezzo del ramo d'Ulivo convertito al tricolore. Come si diceva, il loro segretario nazionale - Mattia Zunino - non è presente all'incontro, ma va anche detto che i Gd sono nel bel mezzo di un percorso congressuale che, fin dallo scorso anno, si era stabilito dovesse essere "rifondativo", per intervenire a fondo sull'organizzazione e sullo statuto. Certamente l'avvento della pandemia da Coronavirus non ha aiutato quel percorso; per gli sviluppi occorre attendere.
C'è invece chiaramente l'elemento principale del simbolo del partito di riferimento nel fregio che distingue la Federazione giovanile repubblicana (che tra l'altro figura come organizzatrice - insieme alla citata Generazione liberale e a Cultura Identità giovani - dell'incontro del 25 giugno, al quale prenderà parte il segretario nazionale Marco Spina). Al centro dell'emblema, infatti, c'è la foglia dell'edera che, da Giuseppe Mazzini in avanti, contraddistingue gli ideali repubblicani; in questo caso, la foglia - che non riprende nessuna delle foglie impiegate nel corso del tempo dal Pri ma ha comunque un che di tradizionale - è collocata su fondo rosso e inscritta in un cerchio.
Sa di antico anche l'emblema della Federazione dei giovani socialisti (nata nel 1994, erede del Federazione giovanile socialista italiana - Movimento giovanile socialista), oggi guidata da Enrico Maria Pedrelli (tra coloro che parteciperanno all'evento). Negli anni ha mutato più volte il suo simbolo, spesso incentrato su una rosa; dal 2016 l'emblema è costituito da un sole stilizzato e da tre frecce, su fondo rosso mattone. Se il sole stilizzato è quello dell'avvenire, le tre frecce (altrettanto stilizzate, senza la classica punta) sono "un antico simbolo socialista, usate in più occasioni dal movimento socialista nel mondo, ma soprattutto usate dal 'Fronte d'Acciaio' tedesco contro Hitler - come si legge sulla pagina Fb -. Le tre frecce erano il modo più efficace per cancellare le svastiche dai muri, e rappresentavano i tre grandi nemici del socialismo: una freccia colpiva la monarchia, una il comunismo, una il nazifascismo"; in Italia, non a caso, figurarono anche nel simbolo del Partito socialista dei lavoratori italiani, non ancora Psdi.
Recupera invece un consolidato simbolo politico europeo l'emblema della Gioventù liberale italiana, tuttora legata al Pli presieduto da Stefano De Luca (all'incontro rappresentata dalla sua segretaria nazionale, Giulia Pantaleo). A essere utilizzato, infatti, è il bird of liberty, nell'interpretazione che per molti anni ha caratterizzato l'Eldr, il partito europeo dei liberali, democratici e riformisti: se questo aveva le ali tinte di blu e di giallo, in questo caso l'immagine è stata virata al verde e al rosso, per ricreare la tavolozza cromatica della bandiera italiana che ha caratterizzato tanto il Pli storico quanto il soggetto politico rifondato da De Luca a partire dal 1997.
Sono dotati di un'organizzazione giovanile anche i monarchici che fanno riferimento all'Unione monarchica italiana: si tratta del Fronte monarchico giovanile (il cui segretario nazionale, Amedeo Di Maio, sarà tra i relatori all'incontro di giovedì). L'emblema - quadrato ma, alla bisogna, impiegato anche in forma rotonda - comprende, oltre alla sigla, i due elementi fondamentali del simbolo dell'Umi, vale a dire la corona reale dei Savoia e il nodo che li rappresenta; il tutto è posto su fondo blu (ma più chiaro rispetto a quello impiegato da altre formazioni monarchiche) e non manca un elemento tricolore nella parte inferiore del fregio, senza alcuno stemma nella parte bianca.
All'incontro del 25 giugno partecipa anche quella che probabilmente è l'ultima nata tra le organizzazioni partitiche dedicate ai giovani: il Movimento giovanile della sinistra, costituito a settembre del 2017 per riunire "ragazze e ragazzi che si riconoscono nei valori della tradizione socialista europea" e fare "della battaglia politica per il rinnovamento della sinistra italiana il proprio tratto distintivo"; di fatto il Mgs è nato soprattutto in collegamento ad Articolo 1 ed è guidato da Carlo Rutigliano (anch'egli invitato all'evento di giovedì). Per il suo simbolo - anch'esso quadrato ma ritagliabile a cerchio - nessuna scritta, sigla o nome che sia, ma solo la stilizzazione della corolla di una rosa, bianca su fondo rosso, riprendendo dunque uno dei segni classici del socialismo europeo.
Anche se non risultano partecipanti all'incontro del 25 giugno, è almeno il caso di ricordare che esiste un'altra rilevante organizzazione giovanile, legata al Partito democratico: si tratta dei Giovani Democratici, che fin dalla loro costituzione hanno il loro simbolo arancione con le iniziali sottolineate in rosso col gesso (che ricorda un po' il segno sotto al veltroniano "I care") e un pezzo del ramo d'Ulivo convertito al tricolore. Come si diceva, il loro segretario nazionale - Mattia Zunino - non è presente all'incontro, ma va anche detto che i Gd sono nel bel mezzo di un percorso congressuale che, fin dallo scorso anno, si era stabilito dovesse essere "rifondativo", per intervenire a fondo sull'organizzazione e sullo statuto. Certamente l'avvento della pandemia da Coronavirus non ha aiutato quel percorso; per gli sviluppi occorre attendere.
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