In questo fine settimana, dal 24 al 26 febbraio, è prevista la fase conclusiva del terzo congresso di +Europa (Roma, presso il Rome Life Hotel di via Palermo), per il quale è stato scelto il titolo "Fatti di libertà". Si tratta di un'assise rilevante, che arriva dopo un biennio oggettivamente delicato.
Verso il congresso
Questo sito si era già occupato di quanto era accaduto prima del precedente congresso (2021), conclusosi con la conferma alla segreteria di Benedetto Della Vedova, dopo che un primo scontro sugli adempimenti che avrebbero dovuto portare al congresso - in particolare in materia di tesseramento e di regole congressuali - aveva prodotto la sfiducia all'allora tesoriere Valerio Federico (e le dimissioni di Della Vedova, che in quel modo assicurarono comunque l'avvio del processo congressuale).
Il citato scontro si trasferì nelle aule di tribunale già prima della celebrazione del congresso. I ricorrenti, che avevano chiesto di invalidare l'assise, a novembre del 2021 avevano però trovato un accordo con i vertici del partito per "formalizzare la separazione consensuale" tra +E e il gruppo che aveva intrapreso l'azione legale e che si riconosceva nell'associazione Italia Europea: quest'ultimo avrebbe rinunciato alla causa, mentre +Europa, sempre a scopo transattivo, avrebbe versato 57mila euro all'associazione. Il giudizio di merito del processo civile, però, era continuato: Elvis Colla e Alexander Schuster, intervenuti in precedenza a sostegno delle tesi dei ricorrenti, avevano ritenuto che si dovesse comunque procedere ad accertare gli eventuali vizi degli atti precongressuali, anche se i ricorrenti erano nel frattempo usciti di scena: in un primo tempo il giudice aveva comunque dichiarato estinto il processo, ma (dopo il reclamo di Colla e Schuster) alla fine di maggio dello scorso anno il tribunale di Roma aveva sospeso gli atti dell'assemblea che aveva preceduto il congresso del 2021 (inclusa l'approvazione del regolamento congressuale).
Gli atti del secondo congresso non erano formalmente stati sospesi (come gli organi eletti in quell'occasione, visto che tra l'altro nessuno ha impugnato gli atti successivi, come il partito ha tenuto a sottolineare rispondendo a un articolo pubblicato da Linkiesta), ma certo per alcuni mesi - come si è scritto a suo tempo su questo sito - sull'attività di +Europa era stato legittimo intravedere una discreta spada di Damocle. La situazione era di certo stata complicata dalla crisi di governo insorta a metà luglio e le successive elezioni anticipate, con il partito che avrebbe dovuto decidere se e in che forma partecipare alle elezioni: anche per questo, chi scrive non si era stupito di voci che in agosto davano per imminente una nuova transazione per risolvere la parte di contenzioso rimasta pendente e affrontare la campagna elettorale per le elezioni del 25 settembre 2022 con meno patemi d'animo.
Le voci hanno trovato conferma ufficiale il 21 ottobre scorso, quando si è appreso che il segretario Della Vedova e la tesoriera Maria Saeli avevano trovato prima del voto un accordo con Alexander Schuster ed Elvis Colla, in base al quale il congresso biennale di +Europa sarebbe stato convocato entro dicembre 2022 e si sarebbe celebrato entro febbraio 2023, con un regolamento che prevedesse "la partecipazione paritaria nell'organo di garanzia congressuale dei due ricorrenti e/o persone da loro designate" e l'emissione di un altro regolamento per disciplinare "l'accesso all'elenco degli iscritti per i componenti degli organi statutari e per gli iscritti stessi" che ne avessero fatta motivata richiesta (posto che si sarebbe dovuto ribadire il carattere "individuale e diretto delle iscrizioni", in evidente riferimento a quanto era accaduto in passato ed era stato oggetto di contestazioni). Pure in quel caso era stata riconosciuta da +Europa una somma di denaro alla controparte (in cambio della rinuncia al giudizio civile), ma Colla e Schuster si erano riservati "di donare il 70% dell'importo pattuito al Partito" ove i principi ispiratori enunciati" nell'accordo avessero trovato "ampia attuazione". Nel frattempo, come si è detto sopra, si erano celebrate le elezioni politiche e +Europa, pur avendo ottenuto meno voti rispetto al 2018 (da 841.468 sono diventati 793.961), era cresciuta dal 2,56% al 2,83% alla Camera e addirittura al 2,93% al Senato, ma era rimasta sotto la soglia del 3%: non aveva così potuto partecipare al riparto dei seggi nella quota proporzionale, riuscendo peraltro a eleggere solo Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi nei collegi uninominali della Camera vinti da un centrosinistra nettamente perdente.
Per questi e per altri motivi, dunque, il 3° congresso di +Europa merita di essere guardato con una certa attenzione, guardando a ciò che decideranno i 250 delegati, chiamati a eleggere le nuove cariche di presidente, segretario e tesoriere, nonché i membri dell'assemblea e della direzione e a votare le proposte di modifica dello statuto
Le mozioni/liste e i simboli
Per chi segue questo sito, i congressi di +Europa sono in passato stati motivi di interesse anche per un motivo particolare: le mozioni che si sono affrontate avevano scelto di distinguersi con un simbolo, cosa che nelle altre forze politiche avviene assai raramente. Pure in quest'occasione si è scelto di dotare di un emblema le liste, proseguendo con la decisione - già sperimentata lo scorso anno - di "normalizzare" le grafiche con una forma circolare. Le mozioni avevano presentato almeno parte dei propri candidati (almeno 6 persone alternate per genere), oltre al loro nome e al documento politico entro lunedì 23 gennaio; fino al 2 febbraio iscritte e iscritti al partito hanno potuto sottoscrivere le liste (nel frattempo completate, potendo comprendere da 50 a 125 candidati, con una quota di genere minima del 40%) e sono state ammesse solo liste che abbiano raccolto almeno 135 firme. Il voto per i delegati, in forma telematica, è avvenuto il 12 e il 13 febbraio e i partecipanti al congresso sono stati individuati tra le sei liste ammesse.
Nel file contenente il quadro completo delle candidature la prima lista risulta essere Territori Diritti e Libertà, il cui capolista è l'ex parlamentare Idv (prima Dc-Ccd-Udr, poi Diritti e libertà, Cantiere democratico e Pd) Stefano Pedica. La formazione dichiara di voler conciliare "un partito che sappia conciliare la grande credibilità e autorevolezza di una figura di primo piano del panorama politico italiano ed europeo come Emma Bonino con un'attività diffusa e concreta sul territorio", anche grazie a "figure riconosciute e [...] una classe dirigente locale vera, eletta nei territori". La lista, nel suo documento di una sola pagina, non sceglie dall'inizio "un suo candidato segretario, ma lancia un appello a tutti gli iscritti a scegliere i suoi delegati affinché questi abbiano un mandato chiaro: lavorare perché il partito sia unito, coeso e inclusivo, capace di beneficiare del contributo di tutti". Il simbolo è meramente testuale, essendo costituito dal nome scritto nel carattere Arial Rounded in verde, ocra e azzurro, con l'unico guizzo rappresentato dalla "e" in stile manoscritto; la lista ha ottenuto 4 delegati su 250.
Se il simbolo visto, pur minimal, è nuovo, è alla sua terza apparizione quello della lista Europa in comune: la scritta mantiene la texture del nome del partito, ma tinta di blu, arancione e giallo per richiamare la bandiera europea; come nel 2019, poi, il fondo è bianco (si è abbandonato il grigio di due anni fa). Il gruppo, che ha 14 delegati su 250, è guidato ancora dall'ex tesoriere Valerio Federico (tra i nomi noti ci sono anche Serafina Funaro, Zeno Gobetti e Dino Guido Rinoldi) e vuole impegnarsi perché +E "sia sempre più un soggetto protagonista dell'area liberaldemocratica e riformatrice del Paese e del Continente, ponendo al centro dell'agenda proposte che consentano di accrescere produttività, concorrenza, occupazione e salari, salvaguardando conti pubblici e ambiente [...]; di estendere il patrimonio di diritti civili oggi riconosciuti"; l'idea è di concorrere ad "aggregare tutti coloro che si riconoscono nella promozione delle libertà economiche, del merito, del federalismo, dei diritti individuali, dell'ecologismo, nel sostegno alla politica euro-atlantica", avendo come primo obiettivo la ripresa dei dialoghi "con il Terzo Polo di Azione e Italia Viva [...], forze con cui [+E] condivide valori e collocazione europea [...], fino a dar vita, in prospettiva, a un soggetto politico unico europeista e liberale".
Nuova è invece la mozione Energie nuove, che candida alla segreteria l'ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti: lui, dopo la militanza nel M5S, aveva già condiviso con +Europa la candidatura alle elezioni europee del 2019 (si presentava a nome del suo progetto politico Italia in Comune). Per questa mozione, +E deve trasformarsi da movimento d'opinione a soggetto costruttore e diffusore di "un 'europeismo quotidiano' che dia concretezza alla [propria] visione" e in grado di "scegliere territorio per territorio persone e obiettivi che facciano essere il partito protagonista della vita politica e amministrativa delle comunità locali". Per ora si tratta della lista decisamente prevalente, visto che è riuscita a ottenere 87 delegati su 250: molti nomi sono nuovi, ma spiccano il capolista Piercamillo Falasca (che torna in +Europa e continua a lavorare con Federico Pizzarotti, dopo l'esperienza della Lista Civica Nazionale), Riccardo Lo Monaco (tra i ricorrenti del 2021) e Roberto Baldi (allo scorso congresso nella lista Forward, allora guidata da Fabrizio Ferrandelli). Il simbolo è caratterizzato da un fregio curvilineo - che stilizza un vortice o un uragano, portatori di energia vigorosa - anch'esso tinto dei colori del partito (ma somigliano pure a quelli della Lcn).
Il nome della mozione Next Generation +Eu è alla seconda apparizione (la prima, ovviamente, era stata due anni fa), ma la grafica risulta rinnovata: la lista guidata dal segretario uscente Benedetto Della Vedova ha rinunciato quasi del tutto al font tipico del logo di +Europa, mantenendolo soltanto nella sigla "+EU" gialla, questa volta scritta con i tre caratteri staccati (il "+" non è più fuso con la "E"); in compenso, dal centro della "E" di "Next" parte una freccia giallina che diventa parte della "X"; il nome è riportato su una fascia azzurra sfumata obliqua. La mozione lavora per un partito riconoscibile tra i libdem (anche per il patrimonio rappresentato da Emma Bonino) e impegnato a rafforzare l'area che oggi si ritrova nel gruppo europeo Renew Europe, che faccia della tutela dei diritti un tratto identitario e si organizzi in modo più efficace. La lista, che ha ottenuto 53 delegati su 250, schiera tra i nomi di rilievo anche quelli di Manuela Zambrano, Annalisa Nalin, Marco Taradash, Simona Viola (già presidente del partito), Giorgio Pasetto e Stella Borghi.
Si presenta come nuova la mozione ImMagina +Europa, che anche visivamente evidenzia (grazie a un fumetto fucsia all'interno della parola principale del nome che sormonta il logo del partito) la figura di guida della lista, vale a dire il presidente uscente, Riccardo Magi (formalmente, tra l'altro, né lui né Della Vedova sono stati ufficialmente candidati alla segreteria). Il documento della mozione (16 pagine, il più corposo) punta sui diritti civili "e non solo" per essere "liberali a 360°", sull'attenzione anche alle elezioni locali (grazie ai gruppi territoriali, essenziali per riorganizzarsi) e sull'impegno per campagne (nazionali e locali) e dossier/report; anche qui si rimarca la collocazione nell'Alde e in Renew Europe (confrontandosi con gli altri partiti dell'area), si sottolinea la necessità di un'organizzazione più efficace (soprattutto al Sud), di creare un centro studi e di coinvolgere in modo strutturale e strutturato i giovani. La lista ha ottenuto 66 delegati; tra i nomi spiccano anche quelli di Bruno Gambardella, Tania Pace, Nicolò Scibelli, Silvio Viale, Silvia Nalin, Alfonso Maria Gallo (ora tesoriere).
Riappare infine, identica nel nome e nella grafica a quella del 2021, la mozione Scossa Liberale, guidata allora come due anni fa da Giulio Del Balzo (nelle grafiche ufficiali della mozione però manca il riferimento del 2021 "Del Balzo segretario", il gruppo è anzi dato come vicino alla candidatura di Pizzarotti). Per i promotori (che hanno presentato un documento di 13 pagine) "è arrivato il momento di dare una nuova Scossa" al partito, essendo convinti che "+Europa possa diventare il centro di gravità per le forze attualmente in gioco, superando l’attuale frammentazione dei liberaldemocratici per dare voce e rappresentanza a quanti non si riconoscono nei populismi statalisti di destra e di sinistra": "Il nostro partito non dovrebbe più essere la stampella di alleanze improponibili, spesso subalterno alle scelte elettorali del Pd o del Terzo Polo, ma [...] possedere quell'autonomia che gli permetta di affermare la propria identità e di promuovere proposte concrete", attraendo energie e talenti dispersi, investendo sulle persone, promuovendo "una reale partecipazione dal basso" e il radicamento nei territori (rivoluzionando la struttura del partito, per renderlo più trasparente e digitale). La lista, che alla saetta della Scossa ha visto assegnare 26 delegati, vede schierate tra le altre figure Selene Rosselli, Giulia Casalino, Diana Severati (tornata nel partito, avendo avuto ruoli rilevanti tra i membri individuali Alde), nonché Matteo Riva e altre figure già a lui vicine nel congresso 2021.
Non si trova invece tra le liste ammesse quella denominata I non allineati, che voleva "portare contributi di idee per l'evoluzione del partito +Europa al di fuori degli schieramenti costituiti" (così si legge nel sito www.laboratoricivici.it), per offrire "uno spazio di partecipazione attiva o semplicemente di voto per i delegati al congresso" a coloro che non si ritrovavano nelle liste già annunciate, ritenute espressione di storie, sensibilità e persone identificabili. Con l'idea, ad esempio, di rendere +Europa "il primo partito smart italiano" (inteso come "partito innovativo e innovatore capace di utilizzare strumenti digitali per rafforzare la partecipazione") e "il partito dei diritti e delle opportunità". La lista, guidata da Luca Monti e Benedetta Dentamaro, non avrebbe raggiunto il numero di firme necessarie; sul suo documento politico, in ogni caso, spicca ancora il disegno di una colomba, che domina nel fregio scelto per la proposta congressuale.
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